Hello darkness my old friend

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  1. fearless'
         
     
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    Le strade di Nocturn Alley erano scure nonostante fosse primo pomeriggio. Tra tutte le personalità che possiamo ritrovare in questo quartiere oscuro e malfamato, ce n'è una che spicca al nostro sguardo. Ha una camicia chiara sotto un lungo cappotto scuro, pantaloni eleganti e scarpe laccate. La bacchetta spuntava appena dal taschino interno del pastrano mentre camminava addossato al muro. Che persona strana penserete voi e tutti quelli che lo guardavano, anche per poco, erano del vostro stesso pensiero. Come mai una persona così ben vestita e così curata dovrebbe essere proprio in questo posto? Come mai da dove guardiamo noi non scorgiamo il suo volto o non capiamo cosa stia bisbigliando? Non perché siamo lontani. Alainn Smith conosceva benissimo la sua situazione. Aveva deciso di unirsi agli auror per mostrare a tutti quei bulli che lo prendevano in giro che in realtà lui non era solo un buono a nulla affine con le arti oscure. Non era mai stato intelligente come un corvonero o coraggioso come un grifondoro però era sempre stato sincero in tutto, come un bravo tassorosso. Ma allora perché non dedicarsi a qualcosa di più tranquillo? No, nessuno avrebbe mai più riso di lui, non lo avrebbero più preso in giro per la sua abilità di oscuromante. Avrebbero taciuto tutti, le risate non l'avrebbero più inseguito nei suoi incubi più oscuri a ricordargli che era sempre stato un buono a nulla. Mentre camminava lungo la parete, le punte delle dita sfioravano appena la pietra fredda e scura delle mura, la sentiva graffiargli i polpastrelli ma non gli interessava perché loro gli stavano parlando. Quel luogo era ricco di spiriti, entità che continuavano a sussurrargli cose parlando l'una sull'altra in modo che lui capisse solo qualche stralcio dei discorsi infiniti che volevano intrattenere con lui all'interno della sua testa. Poi si fermò. I suoi grandi occhi chiari incontrarono quelli di un uomo appoggiato alla parete con la schiena e la pianta del piede destro. Il suo volto era lercio come se non si fosse mai lavato in vita sua, i denti storti sembravano essere stati rosicchiati da un topo. Gli sorrideva leccandosi quello che rimaneva della sua dentatura. Ares sobbalzò appena per poi coprirsi il volto come poteva e staccarsi dal muro. Mise le mani in tasca e continuò a camminare. I fantasmi ora tacevano. Non avevano più niente da dirgli. E lo facevano sentire dannatamente solo.

    Edited by fearless' - 6/2/2018, 20:45
     
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    Mutati dalla Trasfigurazione Umana, i capelli di Frederick Spicer dal bruno erano passati a tonalità più chiare. Al contrario di molte altre volte, ciò che aveva spinto lo Spezzaincantesimi a cambiare il colore della sua chioma non era né la vanità, né il capriccio del momento, bensì la visita alla ridente Notturn Alley. Lui, che aveva origini non-magiche, voleva rendersi più difficile da riconoscere ai frequentatori abituali di quel luogo.

    Un'indagine piuttosto personale lo portava ormai da qualche mese a visitare quella via oscura; era da più di un anno che lui, assieme a un altro mago e a un'altra strega, era stato maledetto. Ancora gli erano poco chiari gli effetti del maleficio che aveva subito; sapeva solo che era diventato insensibile nei confronti del tocco dei fantasmi e che i Non-Esseri provocavano in lui un terrore che egli stesso riteneva folle. Come poteva un banale Molliccio metterlo a disagio? Esso era solo un'entità che aveva imparato a fronteggiare al terzo anno dei suoi studi magici. Aveva ricorso ai mezzi di ricerca tradizionali ed ancora brancolava nel buio. Egli sperava dunque che Notturn Alley avrebbe potuto offrirgli le risposte che cercava. Purtroppo, almeno per quella volta, il suo tentativo fu un buco nell'acqua.
    Il commesso di Magie Sinister quando Fred gli chiese se avesse letture su Entità Oscure e Non-Esseri gli portò volumi che lui aveva già consultato nella Biblioteca Magna.
    « Non cercavo questi, ma la ringrazio ugualmente. » Frederick uscì da quel negozio sovrappensiero. Era convinto che la sua faccia pulita e i suoi modi di fare gentili ed educati avessero fatto intimidire Sinister, facendogli sospettare che fosse del Ministero, e per questo gli aveva mostrato solo oggetti "convenzionali".
    "Oppure neanche qui si trovano le risposte che sto cercando." Quel Pensiero sconfortante distrasse lo Spezzaincantesimi e... si scontrò con un suo quasi coetaneo? No.
    Quando uno era distratto, si trovava nel posto più malfamato di Londra e si comportava da ingenuo, poteva solo fare gli incontri sbagliati!

    « Guardala! Quando mi sei venuto addosso, mi hai rotto la bacchetta, figlio di un Troll! Per comprarmene un'altra ci spenderò Sette Galeni d'Oro! » Un mago vestito come un barbone stava mostrando la sua bacchetta magica spezzata a Spicer, il quale sembrava tutto meno che dispiaciuto.
    « Non ho sentito il legno spezzarsi. Mi spiace se l'ho urtata, signore, ma quella era rotta già da prima. » Fred tentò di fare qualche passo indietro.
    « Mi stai prendendo per un'idiota?! » Il mago con cui il Ministeriale stava discutendo, alzava sempre di più la voce e agitava con veemenza la bacchetta monca.
    « Senta, io ho da fare... » Frederick, dopo aver detto quelle parole, tentò di evitarlo, ma quel truffatore continuava a cercare di bloccare il suo cammino, spostandosi dinanzi a lui.

    Che servisse un bel distintivo per far cessare quella pantomima?
     
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  3. Rain*
         
     
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    Nocturn Alley aveva l’indesiderato effetto di mettergli i brividi. Per quanto si ripetesse che era una stradina poco più buia delle altre in un quartiere in ogni caso nascosto di Londra e che a New York aveva calcato luoghi ben più malfamati di quello, continuava comunque ad andarci di malavoglia. Se solo si fosse concesso di scavare un po’ più a fondo avrebbe facilmente scoperto che la ragione erano i ricordi che aveva del Manor e del periodo passato a contatto con i maghi neri. Ma ormai aveva imparato a soffocare quel genere di pensieri sul nascere impedendosi categoricamente di ritornare con la mente a quel periodo. Lo faceva sempre con un certo nodo alla gola, scatenando a volte mal di testa insopportabili, ma era decisamente meglio che rivivere i ricordi. Per quanto gli si attorcigliassero le budella a camminare per quella strada con il cappuccio del pastrano calato fin sopra gli occhi, si costringeva comunque a farlo, perché era lì che si svolgevano le principali attività illecite e se voleva imbattersi in qualche smercio illegale di pelli, denti, o altri derivati di creature magiche era l’unico modo. Lo faceva sempre mantenendo un profilo basso, cercando di risalire al modo in cui il rivenditore si procurasse quegli oggetti. Il più delle volte si trovava a fare i conti con una certa reticenza, ma quando era fortunato riusciva a scovare qualche bracconiere. Fu proprio per mantenere la sua copertura ed evitare di essere beccato, o peggio riconosciuto come un agente del Ministero, che inizialmente aveva deciso di non intervenire nella piccola disputa che aveva incrociato voltato l’angolo. Fece qualche passo ancora, poi però rallentò inevitabilmente. Rimase fermo sovrappensiero ancora qualche istante, alla fine si decise a tornare indietro. Il tizio che stava alzando la voce cercava palesemente di farsi pagare una bacchetta nuova dal primo passante distratto. Truffatori del genere ce n’erano a bizzeffe. Aveva imparato a sue spese che se un passante lo investiva involontariamente di sicuro era stato alleggerito del borsello. Si portò alle spalle del mago con passo felpato così da impedirgli di prevedere il suo arrivo. Non appena gli fu abbastanza vicino sfoderò la bacchetta con la mano destra e gli poggiò la sinistra sulla spalla, stringendo abbastanza da fargli capire che non era uno con cui scherzare. Esordì con tono bonario, quasi amichevole per smorzare i toni di quella conversazione che si stava via via accendendo, ”Andiamo, amico, sono sicuro che c’è un modo per risolvere la questione senza scaldarsi troppo, non è vero?” continuò rivolgendosi al mago che gli era di fronte. Incrociò così il suo sguardo, gli rivolse un’espressione tranquilla e un sorriso sghembo con la speranza di rassicurarlo riguardo le sue intenzioni.

    Edited by Freddie' - 30/3/2018, 11:01
     
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    Non fu necessario alcun distintivo. Quel che venne usato per dissuadere quel malfattore dal continuare a importunare Frederick Spicer fu la minaccia silente di una bacchetta.

    Il malvivente, sentendosi stringere la spalla, si voltò di lato pronto a reagire e ad allontanare malamente chi aveva osato intromettersi nel suo tentativo di raggiro, ma i suoi occhi porcini notarono fin da subito che chi aveva di lato aveva già la bacchetta magica sguainata e che al contrario della sua essa era in perfette condizioni.
    Frederick assistette a quella scena senza dire una parola e osservò quel sub-umano che finora l'aveva importunato deglutire per il nervosismo.
    "E io che pensavo di risolverla a parole..." Ma quelli a cui parlavano - doveva ricordarsi - erano maghi reietti ed emarginati. Loro le parole non le capivano. Solo la minaccia palese era alla loro portata.
    « Va tutto a posto! Spostati! » Burbero quello straccione si divincolò con uno scossone di spalle dalla presa di Russell e, dopo aver rivolto uno sguardo inferocito allo Spezzaincantesimi, si voltò e cominciò a camminare per quei vicoli bui, diretto chissà-dove.

    Frederick seguì il mago che aveva tentato di fregarlo con lo sguardo. Non appena fu lontano, guardò chi non era rimasto indifferente in quella strada malfamata.
    « Ti ringrazio. » Chinò leggermente il capo, rivolgendosi allo sconosciuto che aveva avuto la prontezza di aiutarlo.
    Istintivamente gli venne da presentarsi, ma la ragione, in fretta, si fece largo e gli disse: "A Notturn Alley non ci si fanno gli amici."
    Istinto di sopravvivenza e prudenza erano ben radicate nello Spezzaincantesimi. Egli doveva mediare con se stesso.

    « Piacere di conoscerti... mi chiamo Frederick. » La mano era tesa in avanti per farsela stringere, ma il tono della sua voce, inevitabilmente, lasciava trapelare il suo imbarazzo e i suoi timori.
    Rapidamente aveva scelto di non rivelare il suo cognome, come faceva di solito quando conosceva qualcuno. Non voleva dire già così tanto di sé a uno sconosciuto che non esitava a tirar fuori la sua bacchetta per quei vicoli tetri.

    « Posso fare qualcosa per sdebitarmi? » Gli avrebbe chiesto, se quella civile stretta di mano fosse stata ricambiata.
     
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  5. Rain*
         
     
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    Dimostrando la tempra di uno scarafaggio il farabutto fece presto a dileguarsi, senza però negarsi un occhiataccia infastidita dopo essersi scrollato di dosso la presa che Ray gli stringeva alla spalla. Non lo avrebbe comunque stretto a lungo, le sue intenzioni erano tutt’altro che minacciose, come invece aveva lasciato intendere. Quello sconosciuto aveva tutta l’aria di non essere niente di più di un poveraccio, un disgraziato che probabilmente non aveva i soldi per rimediare al disastro capitato alla sua bacchetta, non meritava di essere maltrattato più del necessario. Di fondo inoltre c’era anche da specificare che Ray non era un mago poi così dotato, si era concesso quella sfacciata spacconata giusto perché il suo interlocutore era praticamente disarmato, altrimenti con tutta probabilità i toni sarebbero stati altri. Quando ormai lo sconosciuto fu lontano Ray tornò con gli occhi sull’individuo che gli era di fronte. Il suo sguardo in fin dei conti pacifico, solo vagamente irrigidito per via delle circostanze dell’incontro, gli permise di rilassarsi. Non era una minaccia, non più di quanto lo fosse lui a sua volta probabilmente. ”Non hai bisogno di ringraziarmi probabilmente te la saresti cavato anche da solo, ma in quel caso non avrei potuto fare la parte dell’eroe” e in effetti non era completamente una bugia, gli piaceva da matti sgominare farabutti da strada, se non avesse avuto un torbido passato da nascondere avrebbe tentato la strada dell’auror. Allungò senza troppe storie la mano per stringere quella che l’altro gli porgeva. ”Ray” si presentò scrollando la presa energicamente, ”Piacere di conoscerti” aggiunse sfoggiando un sorriso bonario. Alla domanda di Frederick sollevò le spalle, in verità non si aspettava niente in cambio di quella intrusione. ”Non sembri…” si fermò un istante per pensare alla parola giusta da dire, anche se non ne trovò molte per descriverlo ”pratico di questa zona, o mi sbaglio? Per sdebitarti mi potresti dire che ci fai qui, in fin dei conti devo pur sapere chi ho salvato dalle grinfie di quel malvivente” concluse con un tono enfatico, quasi teatrale per emulare l’eroe che fingeva di essere.

    Edited by Rain* - 30/3/2018, 18:39
     
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    L'osservazione iniziale di quel mago, che a lui era quasi coetaneo, fece sorridere Frederick. Lo Spezzaincantesimi conveniva con lui: un mago disarmato non era una minaccia neppure per uno studente di Hogwarts.
    « E ci avrei impiegato più tempo ad allontanarlo. » Quella precisazione era veritiera. Spicer non avrebbe sguainato la bacchetta così in fretta poiché temeva che un malvivente di quel tipo fosse tanto disperato da provocare gli altri solo per ricevere un Incantesimo in pieno petto e portare la questione alle autorità per farci qualche soldo.
    Non sottovalutare neppure uno scarafaggio, finché non lo aveva completamente analizzato, era una peculiarità di Fred e nasceva dalla sua mal celata insicurezza.

    Il mago che aveva dinanzi si presentò a lui. Diceva di chiamarsi Ray e sembrava un tipo abbastanza alla mano.
    Lo Spezzaincantesimi mentalmente tirò un sospiro di sollievo; le persone poco inclini a spiccicare parola lo mettevano un po' in difficoltà almeno all'inizio... poi in qualche modo se la cavava sempre: se loro continuavano a non volersi aprire, lui si sarebbe semplicemente dedicato a una delle sue attività preferite: parlare di sé.

    « Non ti sbagli. Se posso, la evito. » Confermò al suo interlocutore, quando questi gli disse che aveva avuto l'impressione di vederlo come un pesce fuori dall'acqua.
    Fred ridacchiò quando Ray, continuando ad atteggiarsi a eroe, gli chiese di raccontargli cosa lo avesse spinto a frequentare un posto tanto malfamato.

    Lo Spezzaincantesimi non desiderava dirgli la verità, eppure, al tempo stesso, gli dispiaceva liquidare una persona che lo aveva aiutato con una banale frase algida, come (ad esempio) "questioni personali".
    « Ho avuto un problema con il Re delle Zucche. Lui si è offeso e mi ha maledetto. » Non c'era modo migliore per mistificare un'informazione reale se non farla passare come uno scherzo e questo Frederick, usando un tono della voce estremamente scherzoso, aveva appena fatto; aveva banalizzato una situazione incerta e angosciante che viveva da anni, rendendola quasi una barzelletta.
    « In definitiva... cerco (senza successo) una Contromaledizione. » Diede un'alzata di spalle e poi si massaggiò il collo con le mani.

    A volte, sognava la notte di morire bruciato, come quasi gli era successo la notte di Halloween 2016 a causa di Jack, un Non-Essere a cui lui aveva dato diversi nomignoli, quasi per tentare di esorcizzare la paura che ancora sapeva evocare in lui.

    « Il mio salvataggio, invece, da cosa ti ha distolto? » Gli chiese, cercando di far mantenere lo stravagante clima giocoso a quella conversazione.
     
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  7. Rain*
         
     
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    Fred era l’individuo più fuori contesto che avesse incontrato nei dintorni di Nocturn Alley. Ray aveva sempre peccato di una certa leggerezza quando si parlava di fiducia, pensare male degli altri non gli veniva naturale come avrebbe dovuto visto gli individui con cui aveva avuto a che fare. Ma quel Frederick gli trasmetteva un senso innegabile di affabilità, era una brava persona, ci avrebbe scommesso la bacchetta. Anche se con tutta probabilità avrebbe perso molti anni prima il suo catalizzatore se quel genere di azzardi fossero stati poi riscossi dal destino. Il conto che la vita gli propinava ogni volta era decisamente troppo salato per le sue papille gustative, così come per la sua capacità di affrontare le conseguenze delle sue azioni. Il fatto che Freddie avesse utilizzato un’ironica perifrasi per eludere la risposta alla sua domanda lo lasciò divertito e incuriosito più che circospetto, naturalmente. Poteva voler dire tutto e non voler dire niente, come essere la più ridicola verità come la menzogna più palese mai raccontata prima. Eppure decise di credergli, limitandosi a ciò che gli aveva detto senza indagare oltre. Aveva voglia di svagare la mente e quel genere di sfide insolite aderivano perfettamente alla sua voglia di avventura. ”Beh è davvero un bel problema, amico, non bisogna mai far arrabbiare una zucca, cosa gli hai fatto? Gli hai intagliato male la faccia? Gli hai rubato i semi per farci collanine? No, non dirmelo, l’hai invitata a cena e per dolce gli hai offerto le lumache gelatinose di Mielandia! Oh pessima mossa. Le zucche odiano le lumache, sai? Perché le mangiano, sono un incubo, una volta a Durmstrang ci fu un infestazione di lumache e il guardiacaccia dovette comprare un repellente che ebbe l’effetto di far marcire tutte le zucche dell’orto, fu un Halloween piuttosto triste… gli elfi non prepararono torte di zucca per un mese”. Haloween del 2006, lo ricordava ancora con un certo rammarico, in effetti era colpa sua se il repellente non aveva funzionato perché per via di una scommessa l’aveva scambiato con una polvere strana trovata nella dispensa del professore di pozioni. Ah fu divertente da morire quando Piotrowski la usò in una delle sue dimostrazioni in classe e il calderone gli esplose in faccia. Ray rise tra sé e sé a quel ricordo, rischiando di passare per matto difronte Frederick. Quando poi si riscosse da quel pensiero si ritrovò per le mani il bel problema di trovare una risposta adeguata alla sua domanda, se fosse stato sincero avrebbe dovuto ammettere che era lì per cercare - che so - uova di drago, o polvere di lungocorno, il che avrebbe causato una serie di imbarazzanti fraintendimenti e allora avrebbe dovuto spiegare chi era e cosa faceva e ciao ciao copertura. ”Hem…. esordì titubante, incerto, si grattò la nuca imbarazzato giusto per prendere un altro po’ di tempo, ”diciamo che sono qui per fare acquisti… ecco si, acquisti. Ma non parliamo di me, sei tu quello maledetto. Hai provato da una fattucchiera? Ce n’è una qui all’angolo che legge la mano, potrebbe dirti qualcosa di interessante! Che ne pensi? Hai mai provato con la chiromanzia?” .
     
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    Era divertente per Frederick parlare con Ray. Aveva un modo di scherzare che si adattava bene al suo, anche se -a essere sinceri- il vero umorismo di Spicer era il suo tagliente e velenoso sarcasmo... inspiegabilmente, chi ne era vittima non rideva mai. Era strana la vita: il lato peggiore di Fred era quello che più lo faceva risaltare; il suo orgoglio, la sua insicurezza e le sue paure, che molti avrebbero definito tratti negativi, erano l'unica cosa che era stata capace di aiutare lo Spezzaincantesimi a rialzarsi, dopo aver quasi sfiorato la morte la notte di Halloween. Quelle parti di sé gli avevano detto "mai più" e lui aveva iniziato per migliorarsi un lungo e duro percorso, di cui ancora non aveva visto la fine. Sicuramente, la sua amicizia con l'ex-Specializzanda Karen Banes lo aveva aiutato ad andare avanti, ma egli era consapevole che i primi passi dopo la bruttissima caduta li aveva compiuti da solo.

    « Hai studiato a Durmstrang? » Gli chiese sorpreso.
    L'Istituto di magia del Nord Eurorpa aveva la brutta fama di aver forgiato le menti di maghi oscuri come Igor Karkaroff o come Gellert Grindelwald. Ultimamente, però, si stava riabilitando parecchio grazie ad altri suoi ex-studenti come il bulgaro Viktor Krum e Fred, che era stato Serpeverde, Casata che aveva accolto altrettanti stregoni votati alle Arti Oscure, di certo non poteva possedere pregiudizi simili.
    « Non hai l'accento di quelli che hanno frequentato quell'Istituto. » Osservò lui, colpito dalla parlata fluente di chi aveva dinanzi.

    Ray poi gli rispose che si era recato a Notturn Alley per fare compere. Fred stentava a immaginare cosa potesse interessare di un posto del genere a un mago così alla mano. La loro conversazione scherzosa comunque continuò e lo Spezzaincantesimi non poté fare a meno di sorridere per tutto il tempo per i bizzarri consigli che gli stava dando.
    « E se la chiromante avesse qualche verruca sulla mano? E se fosse una mitomane priva di alcun talento? E se mi ritrovassi alla fine della seduta con una disgustosa escrescenza su un dito, meno Galeoni in saccoccia e comunque maledetto? » Gli chiese, fingendosi preoccupato e ansioso per quegli improbabili imprevisti (lui non si sarebbe mai rivolto a un Veggente, anche se a Hogwarts aveva seguito Divinazione fino alla conclusione del quinto anno).
    « Sai che il tuo consiglio mi farebbe rimpiangere di non essermi lasciato derubare dal barbone di prima? Almeno lui le verruche non me le avrebbe attaccate. » Gli fece un occhiolino e incrociò le braccia in attesa della sua folle replica.
    Quella effettivamente era una gara a chi riusciva a fingersi il più strambo.
     
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  9. Rain*
         
     
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    Se. Se. Se. Troppi se. Gli fece quasi girare la testa. Ray non era abituato a pensare così tanto, né a farsi di tutti quei problemi, aveva la capacità logistica di un macaco africano: Ray vede, Ray fa. Tutto quello che c’era in mezzo non gli era congeniale, né tanto meno rientrava tra le sue preoccupazioni. Avrebbe trovato stranamente interessante l’dea di un’escrescenza sulla mano, una verruca gli avrebbe dato tanto l’aria di stregone retrò, tutti i migliori maghi del settecento ne avevano almeno una. Invece per Freddie sembrava un problema insormontabile, tanto da fargli ricredere riguardo l’eroicità del suo salvataggio. No, assolutamente no, era stato eroico e assolutamente caritatevole, non poteva rimangiarselo solo per una verruca e un numero eccessivamente elevato di angosce, probabilmente in vita sua non si era mai fatto tanti problemi. La sola idea gli faceva venire l’ansia. Lo guardò disorientato e tutto quello che riuscì a fare in risposta fu grattarsi una tempia in cerca di una soluzione a quella situazione sconcertante. ”Beh da qualche parte dovrai pur iniziare, no? E poi andiamo siamo nel ventunesimo secolo esisterà pure un rimedio per le verruche! Voglio dire: esistono pozioni assurde, ad esempio la pozione drizzacapelli. A che diamine serve? Cioè non nego che potrei averla bevuta solo per divertimento, MA di certo se esiste quella avranno anche inventato una pozione che so restringi verruche, dico bene? Non sono portato per la pozionistica, faccio terribili pozioni, ma qualcuno di più ingamba di me l’avrà inventata, sicuro al cento percento”. Sperò che quel gran fiume di parole bastasse per rassicurarlo. A spingerlo a parlare troppo era quel suo istintivo senso del dovere che percepiva ogni qual volta qualcuno davanti a lui si trovava in difficoltà, in più da quando sapeva di essere padre c’era qualcosa dentro che lo spingeva sempre a fare la cosa giusta, così un giorno quando mai fosse venuta a cercarlo avrebbe trovato ad accoglierla solo persone pronte a parlare bene di lui, o almeno lo sperava. ”Senti se la chiromante non va bene posso aiutarti a trovare un’altra soluzione, basta che parli e io eseguo, sono un ottimo braccio destro e in più oggi la visitina da queste parti non ha portato a niente, riproverò domani. Che ne pensi?” gli sorrise a labbra strette sfoggiando una delle sue espressioni più incoraggianti. Non aveva alcuna voglia di lasciarlo andare via sapendo che una maledizione gravava sulla sua testa come una spada di Damocle, né si sarebbe perso l’occasione di un’avventura tanto appetibile.
     
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    Sicuramente esisteva una pozione per porre rimedio alle verruche, che anche i Babbani sapevano eliminare senza problemi, ma non era quello il punto e forse Ray lo aveva capito.
    Frederick non era certo che quel mago quasi coetaneo avesse dissipato l'illusione scherzosa creata dalle sue risate, ma quando quello gli offrì il suo aiuto, nonostante continuasse a sorridergli, a Spicer parve più serio e questo, inspiegabilmente, un po' lo spaventò. Non gli andava di sentirsi di nuovo "esposto"; l'incontro e la conoscenza con Timothy Dirac, un Obliviatore del Ministero, lo avevano fatto sembrare un ingenuo numero uno e non voleva ripetersi.

    « Sei davvero gentile a offrirmi il tuo aiuto, ma non so neppure che cosa fai nella vita... » Si grattò dietro la nuca. Le Maledizioni non erano un argomento semplice da trattare; a lui serviva uno specialista e come rifiutava il consiglio di recarsi da una chiromante, così metteva in dubbio che un mago dalle potenzialità ignote potesse essere d'aiuto.
    Si rese, però, conto che anche lui all'altro non aveva detto un bel niente di sé. Cercò di rimediare subito:
    « Io sono uno Spezzaincantesimi per... » S'interruppe.
    Con espressione guardinga, mosse la testa in tutte le direzioni. Gli si fece vicino e gli sussurrò: « ... per il Ministero della Magia. »
    Notturn Alley non doveva essere sottovalutata. Quel luogo di lavoro molti lì l'avrebbero mal visto.

    « Conosci una taverna o un posto da queste parti dove possiamo sederci per parlare con più tranquillità? » Gli chiese.

    Ancora Frederick non era intenzionato a rendergli tutto più chiaro. Desiderava, al tempo stesso, continuare conoscere Ray perché gli aveva fatto davvero un'ottima prima impressione.
     
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  11. Rain*
         
     
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    TrKd3te
    Non avrebbe saputo descrivere meglio l’atteggiamento di quel tipo se non con l’aggettivo: innocente. Sembrava la controparte maschile di Alice, un bel ragazzo biondo con tutta l’intenzione di girovagare nella versione più inquietante del paese delle meraviglie per lanciarsi nella ricerca disperata di una soluzione ad un problema solo apparentemente fantasioso. Sicuramente in quella storia della maledizione c’era qualcosa di vero, l’ingenuità che il mago sprizzava da tutti i pori era solo parzialmente mascherata dal suo atteggiamento più o meno prudente. Era cordiale e gentile e anche se quella singolare confidenzialità fosse stata tutta una montatura non avrebbe avuto molti problemi a credergli. Le migliori avventure si incontravano assolutamente per caso, esattamente come in quella circostanza, e Ray non era il tipo da lasciarsela sfuggire solo per pura diffidenza. Se mai fosse finito nei guai in un modo o nell’altro se ne sarebbe cavato fuori, esattamente come aveva sempre fatto. Per questo motivo che fosse davvero un mago del Ministero, oppure che fosse solo una pagliacciata per spingerlo a fidarsi di lui non fece grande differenza. Manifestò una plateale reazione di sorpresa quando gli rivelò il suo ruolo di spezzaincantesimi, mostrandosi piuttosto interessato, dettaglio che non ebbe bisogno di teatralizzare dal momento che effettivamente trovava quel lavoro avvincente. ”Ma certo che conosco un posto da queste parti!” rispose con più entusiasmo di quanto avrebbe dovuto, ”Ma non ci andremo, spiacente. Non ti piacerebbe e in più ho voglia di una burrobirra e da queste parti è pessima. Andiamo a Diagon Alley, questo posto è troppo lugubre persino per me e Londra è già abbastanza fredda e nebbiosa di per sé, non ho voglia di peggiorare la situazione rimanendo da queste parti, forza andiamo!”
     
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  12. -Destino-
         
     
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    [La Ruolata continua QUI]

    Ares Ignotus Smith: + 1 px
    Frederick Spicer: + 5 px
    Russell Macmillan: + 5 px
     
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11 replies since 6/2/2018, 19:41   212 views
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