Lacrime di Nebbia

Parte III

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  1. -Destino-
         
     
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    Quasi due anni erano passati da quando Artemis Blake, Arn Green e Aiden Crane avevano perso le loro bacchette per mano delle Megere. Quasi due anni erano trascorsi da quando le investigazioni su quell'attacco si erano interrotte poiché l'ultima indagine condotta allora da Eleonor Avery, Rhiannon O'Malley e Karen Banes non aveva prodotto alcun risultato.
    Se questi dati potevano essere sconfortanti, bisognava però tener conto che, durante quel lungo lasso di tempo, tutti i protagonisti di quella vicenda avevano fatto progressi nello studio della magia e come professionisti.
    Lo scenario che gli si prospettava dinanzi era lo stesso. Loro no.

    Era sabato sera. La luna era coperta da nuvole scure. La luminosità delle stelle veniva attenuata da quella dei lampioni che illuminavano le strade di Godric's Hollow. I babbani erano chiusi nelle loro case per riprendersi dalle loro lunghe giornate di lavoro, un lusso che né Artemis né Rhiannon si sarebbero prese. Il giorno seguente entrambe non avrebbero lavorato.

    Il cancello del cimitero di quel pittoresco villaggio le accolse con un lugubre suono, quando una delle due streghe lo aprì facendo uso dell'Incantesimo Alohomora. Era proprio in quel luogo che la ricerca negli Archivi del Ministero di Artemis e le precedenti indagini di Rhiannon avevano portato le due streghe.

    zq9XY9M

    Da terra, una leggera nebbia si sollevava. Essa faceva apparire le lapidi del cimitero come isole di un mare spettrale, ma non pareva stregata, al contrario di quella che Blake aveva affrontato... eppure anch'essa in qualche modo poteva risultare insidiosa.

    Rhiannon, dopo pochi passi, avrebbe potuto percepire una sensazione molto familiare, anche se sgradevole... era la stessa che aveva provato la prima volta che aveva messo piede lì assieme alla Avery e alla Banes per indagare. Ma lei, come forse già sapeva da sola, non era la stessa strega di allora; su quel che precedentemente era stato un mistero insolubile avrebbe potuto far chiarezza con le proprie conoscenze della magia.

    Illuminate dalla fioca luce proveniente dalla vicina chiesa, la loro avventura ebbe inizio.

     
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    Non metteva piede a Godric’s Hollow da allora. Dall’ultima volta che aveva salutato per sempre il suo passato sulla tomba di quella che un tempo era stata la sua migliore amica. Da quel giorno erano maturate molte cose dentro di lei, cambiati molti rapporti e nati di nuovi. Su tutto era la consapevolezza di se stessa che era aumentata e soprattutto la sua determinazione. Era strano per la Blake, quindi, trovarsi lì con una donna che conosceva a malapena.

    Rhiannon ‘O Malley avanzava in quella strana notte spettrale accanto a lei, ignara di ciò che quel luogo suscitava nella testa della sua compagna d’avventura. Il volto dell’auror infatti non lasciva trapelare nulla del suo stato d’animo. Era da giorni che si preparava a quel momento ed era utopistico pensare che quella macabra scampagnata non avrebbe smosso nulla all’interno della sua anima. Sapeva però di essere più forte di qualche mese fa e sapeva che aveva ormai rinunciato definitivamente a quella parte di passato, quando Aiden aveva sputato su tutto di loro, persino sulla loro amicizia.

    Aveva nuovi amici, ora. Non che potesse definire esattamente così la spezzaincantesimi che aveva a fianco, ma di sicuro la giovane donna aveva suscitato l’interesse dell’auror. Un interesse positivo. La missiva che le aveva spedito il giorno prima, concisa e asciutta, via gufo aveva comunicato alla giovane donna solo la data e l’ora del loro incontro al cimitero di Godric’s Hollow. Era stato inutile specificare che cosa sarebbero andate a fare, visto che la natura personale della ricerca di Artemis era stata già condivisa con la donna all’epoca della sua prima visita alla ‘O Malley.

    Il suono stridulo del cancello che si apriva sapientemente forzato dalla magia della spezzaincantesimi, sembrava ancora più sinistro in quella cornice che le circondava, fatta di lapidi e nebbia.

    Maledetta nebbia! Si ritrovò a pensare stizzita.

    Era evidente che non fosse quella nebbia, la stessa che l’aveva quasi uccisa in quella mattina in cui si erano scontrati con le Megere ed in cui l’avevano privata della sua bacchetta. Non pensò a tutto il resto che da quella giornata era scaturito, ma sentiva che in un certo qual modo un cerchio stava per essere chiuso in quel luogo, in quel momento. L’ultimo anello che le avrebbe consentito di sentirsi veramente svincolata da ogni emozioni, ogni evento che l’avevano condotta fin lì.

    Si sorprese in parte di non provare malinconia o rimpianto. In realtà ciò che la abitava era invece una piacevole sensazione di libertà e di un nuovo sentimento che finora era sempre rimasto celato. Era una specie di savia incoscienza mista all’adrenalina che sentiva già scorrerle in petto.

    Era eccitata per quella ricerca. Era certa che il suo intuito unito alle capacità di Rhiannon le avrebbe condotte lì dove agognava. Voleva che almeno quel pezzo di sé, quello più importante, quello che rappresentava il mezzo con cui la magia scaturiva fuori da lei, fosse di nuovo tra le sue mani.

    Un’ossessione, quella di ritrovare la sua bacchetta? Era probabile che fosse così, ma finora era l’unica cosa che stimolasse la sua mente ed appassionasse il suo cuore.

    Se dovessi vedere una volpe artica scorrazzare per il cimitero, non attaccarla. Sono io.

    Glielo comunicò così, con una mezzo sorriso sulla bocca, la sua capacità di animagus.

    E se dovessimo avere visite, come delle Megere ad esempio, promettimi di non rischiare la vita per me.

    Un po’ di ironia in quel frangente non guastava. Si sentiva responsabile di averla trascinata in un’impresa un po’ troppo ardita? Forse. Ma la Blake, apertamente, non glielo avrebbe detto mai. Eppure nonostante il pericolo, nonostante i ricordi, il mezzo sorriso rimase stampato sul suo volto. La bacchetta era già estratta, in quel buio e a quell’ora era improbabile che ci fossero Babbani e se anche ci fossero stati, era meglio avere la bacchetta a portata di mano, celata tra le pieghe del mantello scudo che la copriva. I suoi sensi(*) erano desti e sperava che l’avrebbero aiutata al pari della ‘O Malley a fiutare cosa ci fosse nell’aria.

     
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    Neanche ventiquattro ore prima Rhiannon O'Malley era alla Testa di Porco in compagnia di Aiden ed Eleonor. Non era il suo locale ideale (pochi lo erano) ma era la compagnia quella che contava. Ai due aveva parlato di quell'indagine e aveva chiesto che genere di persona fosse Artemis Blake. Era stato il professore a dirle che poteva contare sulla donna, che era strega determinata e abile - ed era stata proprio quella l'impressione che aveva dato a Rhiannon qualche giorno prima, quando si erano parlate nel silenzio della Divisione Spezzaincantesimi. Avevano detto di trovarsi domenica, durante il giorno, ma alla fine avevano cambiato idea: meglio trovarsi di sera, senza rischiare di essere viste dai babbani che abitavano a Godric's Hollow. Certo, Rhiannon avrebbe preferito evitare di andare in un cimitero di notte - non era il massimo, come premessa - ma non poteva pretendere troppo.

    Le due streghe avanzavano lentamente ma con decisione verso il cimitero di Godric's Hollow, nella penombra. Rhiannon non era agitata, nè in ansia. Era stranamente calma e concentrata, e un pizzico curiosa, quasi emozionata. Quella notte avrebbero sicuramente trovato qualcosa, se lo sentiva. La storia delle megere e gli incidenti di Godric's Hollow stava andando avanti da troppo tempo, era il momento di risolverla una volta per tutte. Al suo fianco l'Auror Blake era impassibile, silenziosa, probabilmente persa nei ricordi dell'ultima volta in cui si era ritrovata in quel luogo.

    Alohomora, pensò Rhiannon mentre puntava la bacchetta verso il cancello del cimitero, che si aprì con un sinistro cigolio metallico. Era un rumore fin troppo rumoroso in quella notte calma e misteriosa, ma il silenzio fu definitivamente rotto pochi istanti dopo, appena varcato l'ingresso. Le parole improvvise della Blake non erano certo quelle che Rhiannon si sarebbe aspettata. Non in quel momento, nè dall'Auror. La strega sbattè le palpebre un paio di volte, in rapida successione, e sul suo viso si dipinse un'espressione sorpresa.

    Oh. Capito, disse Rhiannon. Non proprio tipica del Regno Unito... ma comunque utile, osservò dopo qualche secondo, un po' distrattamente.

    Rhiannon avrebbe voluto chiederle immediatamente qualcosa sul processo per diventare animagus, era una cosa che desiderava imparare ma che non aveva mai trovato il tempo di approfondire. Era molto lungo il procedimento? Cosa si provava quando si era in forma animale? Quelle erano solo due delle tante domande che la Spezzaincantesimi avrebbe voluto farle, ma non era di certo il momento adatto. Una volta finita quella storia ne avrebbero parlato, con calma, possibilmente non di notte e in un cimitero, con la minaccia delle megere che incombeva su di loro.

    Oh, nessun problema, rispose di getto, impassibile. Poi, però, le sue labbra si piegarono in un mezzo sorriso, come quello della Blake, e si lasciò scappare un mezzo sbuffo. Anzi, potresti cercare di distrarle, così- Rhiannon si fermò, lasciando la frase a metà. Sbattè le palpebre un paio di volte, un po' confusa, per poi guardarsi intorno, scrutando tra le lapidi del cimitero. Si sentiva irrequieta, come se provasse qualcosa di strano interiormente, sottopelle. Qualcosa di sgradevole, viscido. Era la stessa sensazione che aveva provato un anno e mezzo prima, quando si era trovata in quello stesso luogo assieme ad Eleonor e Karen.

    Ah, ecco, disse a bassa voce, rilasciando un lento sospiro e cercando di abituarsi a quella sensazione. Mosse un po' le spalle e il collo, come se stesse cercando di allentare una tensione muscolare che non aveva. Sì, c'è qualcosa. E' la stessa sensazione che ho provato l'ultima volta, spiegò brevemente all'Auror, con una leggera smorfia, arricciando il naso come se stesse annusando qualcosa di sgradevole. Andiamo avanti. Ti ricordi dov'è stato il tuo incidente..? le domandò, riprendendo a camminare lentamente tra le lapidi con la bacchetta tenuta saldamente in mano.

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    La O’Malley riuscì a strapparle un sorriso nel suo commento sull’animale in cui Artemis si trasfigurava. Era vero, non era un animale tipico londinese, ma anche la Blake non era poi così …“ordinaria”! I suoi occhi azzurri brillarono divertiti per qualche istante, ma non commentò nulla al riguardo, preferendo il silenzio. Sapeva bene cosa rappresentava la volpe artica per lei, aveva dovuto indagarlo per riuscire nell’impresa di diventare animagus. Rappresentava in parte la sua vera essenza, un’essenza che aveva dovuto adattare a se stessa, perché l’animale che più la rappresentava non era in realtà quello, ma un altro, un altro in cui non avrebbe mai potuto trasfigurarsi.
    Avanzavano in quel lugubre posto, mentre i brividi continuavano a scendere lungo la sua spina dorsale. Non sapeva se avrebbero nuovamente incontrato le Megere o se ci fosse altro nascosto nell’ombra, ma sperava che i loro sforzi uniti avrebbero prodotto qualcosa di più di ciò che entrambe avevano già sperimentato in quel luogo.
    I suoi sensi(*) erano all’erta, come sempre faceva quando si trovava in una situazione di pericolo imminente. Era allenata a quello, forse anche con troppo e forse lo era diventata ancor di più dopo il tradimento di Aiden. Si sentiva sola e temeva che quella sensazione non sarebbe scomparsa poi così in fretta. Non che il cimitero in sé avesse dei pericoli tangibili in quel momento, ma sapeva bene che era in quel luogo e in quel villaggio che stavano accadendo cose strane.
    Quando la O’Malley parlò di nuovo, gli occhi azzurri della Blake saettarono vigili ed attenti verso di lei. Fermò il suo incedere elegante in prossimità del luogo in cui la donna sembrava aver percepito qualcosa, mentre lei avanzava.

    E’ questo il posto, lo stesso in cui hai avvertito qualcosa la scorsa volta?

    La domanda della Blake era mirata a comprendere. Se a distanza di un anno, la spezzaincantesimi aveva sentito la medesima sensazione, qualcosa doveva pur dire. Le Megere da qualche parte dovevano essere comparse e probabilmente da qualche parte erano anche fuggite. Non potevano dileguarsi nel nulla!

    Interessante che ti provochi la stessa sensazione a distanza di così tanto tempo…

    Non si mosse da quelle lapidi, indicando con il braccio lo slargo poco distante in cui era avvenuto il loro “incontro” con le Megere. Gli occhi di Artemis si rabbuiarono per qualche istante. Non avere Aiden accanto a lei in quel momento, creava un vuoto doloroso, come sempre da quando era letteralmente sparito dalla sua vita.

    Era lì. Ma prima di spostarci… le parlò con dolcezza anche se i modi della Blake erano sempre molto fermi e determinati …riesci ad individuare esattamente quale di queste ti suscita quella sensazione?

    Sorrise in modo furbo. Sapeva di chiedere forse uno sforzo maggiore alla donna, ma per lei un’indagine si conduceva in questo modo. Se fiuti una traccia, mai lasciarla andare, ma anzi esplorarla fino in fondo. In tanti, in modo dispreggiativo, definivano gli auror come i “cani da guardia” del ministero. In fondo non avevano torto. Artemis Blake in quel momento era così. Un cane alla ricerca di una traccia da fiutare.

    Non so come funzionano queste cose… ammise con candore, non era la sua specialità Ma a che livello di dettaglio riesci ad andare con le tue sensazioni?

    Ricordava bene la reazione di Spicer alla runa. Anche la O’Malley funzionava così?



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    Artemis Blake le indicò prontamente il posto in cui era stata attaccata dalle Megere l'anno precedente, dimostrandosi poi curiosa sulla sensazione che stava provando Rhiannon. La Spezzaincantesimi, dal canto suo, non stava prestando veramente attenzione alle parole dell'altra. La sua attenzione era rivolta ad altro, a quella strana presenza magica che aveva risvegliato improvvisamente i suoi sensi, facendole raddrizzare la schiena e rendendola più vigile, allerta.

    Penso di sì. Eravamo venute di giorno ed è passato del tempo..., le rispose un po' distratta, mentre spostava lo sguardo tra le lapidi, come se cercasse di vedere qualcosa di anomalo. Da un punto di vista puramente fisico e materiale non c'erano tracce, nè oggetti fuori posto, solo una distesa di lapidi avvolte nella nebbia. Ce n'erano di semplici ma anche di più imponenti e regali, probabilmente tombe di famiglia che ospitavano diverse generazioni di maghi e streghe, oppure babbani. Erano tutte avvolte dall'oscurità e parzialmente celate dalla nebbia che saliva lentamente dal terreno: l'atmosfera poteva sembrare sinistra e spettrale, ma Rhiannon non si sentiva a disagio. Non a causa del luogo, almeno.

    Lo spero, sospirò Rhiannon, distogliendo lo sguardo dalle tombe per rivolgersi all'Auror. Beh, dipende dai casi. Non mi capita spesso di percepire la magia in questo modo, di solito utilizzo una tracciatura per trovare residui di incantesimi e seguire delle piste, le spiegò in modo sintetico, inclinando il capo di lato e agitando un po' la mano sinistra come per indicare ipotetiche magie nell'aria. La strega non andò nel dettaglio della tracciatura e i diversi tipi di tecniche che servivano per riconoscere determinate tipologie di incantesimi, fatture e maledizioni. Non era il luogo nè il momento adatto per fare un seminario da Spezzaincantesimi ad un Auror.

    Rhiannon non sapeva come rispondere all'ultima domanda della Blake. Come descrivere quella sensazione? Non sapeva bene che termini usare per parlare di quello che stava percependo. Non mentiva quando diceva che sentire la magia a quel modo non era una cosa comune, almeno per lei - non era una specie di sonda in grado di captare incantesimi e maledizioni senza l'ausilio di una bacchetta. C'era anche da dire che dopo anni di studio e lavoro come Spezzaincantesimi, Rhiannon era diventata più sensibile a certe magie, ma aveva pur sempre bisogno di tracciare per essere sicura. Non poteva andare a naso, o a sentimento in base ad una semplice brutta sensazione.

    La scorsa volta la magia sembrava condensarsi in un punto, vediamo se è così anche oggi, disse dopo qualche istante, alzando il braccio che reggeva la bacchetta. Rhiannon iniziò a compiere movimenti familiari ad ogni Spezzaincantesimi, cercando di individuare eventuali incantesimi presenti nel cimitero.

    Scusate il ritardo, sono state settimane un po' incasinate D:

    ► Traccia: Il personaggio è in grado di utilizzare la Traccia Arcana, una capacità che permette di individuare i residui di magia lasciati da un incantesimo nonostante questo sia stato mascherato in qualche modo o i suoi effetti siano scaduti all'apparenza da tempo. Questa capacità equivale all'utilizzo di un incantesimo di livello "Minore".

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    Mentre Artemis Blake attendeva, Rhiannon O'Malley si mosse per trovare la magia percepita in quel luogo.

    Distintamente la Spezzaincantesimi riconobbe una traccia di essa... non le sarebbe sembrata oscura; non era la tipica energia che permeava gli oggetti maledetti. Eppure quella che stava osservando era solo una pallida eco.
    Seguendola, Rhiannon sarebbe giunta dinanzi a una lapide del cimitero di Godric's Hollow. La pietra tombale, su cui sopra vi era inciso un nome piuttosto comune per un'inglese, non aveva iscrizioni particolari... essa non aveva neanche fiori o vasi. A una persona normale sarebbe sembrata solo il luogo dell'eterno riposo di un dimenticato... ma O'Malley non era solo una donna, non era solo una strega e non era più una Spezzaincantesimi alle prime armi: la lapide (o meglio: la sua superficie) ai tuoi occhi, mentre la Tracci sfarfalla.
    L'ex-Corvonero avrebbe avuto l'impressione che le parole insignificanti che stavano leggendo fossero solo un vano tentativo di nascondere alla vista ciò che realmente era inciso su quella pietra.

    Mentre Rhiannon aveva quasi finito di usare la Tracciatura nel tentativo di trovare una pista da seguire, nel silenzio nella notte riecheggiò un tetro ululato.
    La luna non era piena.
    La nebbia attorno alle due streghe cominciò secondo dopo secondo a condensarsi e a farsi più solida, fino ad assumere le sembianze di un cane spettrale.
    Quella non era la nebbia magica delle megere.
    Quel che si stava concretizzando man mano dinanzi alle donne del Ministero era un branco di famelici Gytrash, Spiriti che avevano la brutta fama di cacciare di notte gli incauti che si avventuravano nelle brughiere
    Essi non avrebbero mai rappresentato un pericolo per due streghe adulte, ma -certo- potevano essere una fastidiosa minaccia.

    Uno di quei cani spettrali, di colpo, con le eteree fauci sguainate, balzò per assalire Rhiannon O'Malley, la quale si trovava ancora china sulla pietra tombale stregata.
     
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    Odio la nebbia!
    Fu il primo pensiero che ebbe, mentre i suoi occhi scuri scattavano intorno, in chiara allerta. Le Megere li avevano colpiti in un ambiente simile e Artemis si aspettava che quella strana e densa nebbia potesse ricomparire. Eppure nessun effetto nefasto, come quelli subiti mesi prima, la colpì.

    Ben altro, invece, spuntò da quella nebbia. Che fosse una bestia vera o solo il sentore di essa, non le era dato saperlo visto che la vista era offuscata, ma Artemis aveva visto uscire a quel modo esseri peggiori dei Gytrash che ora si trovavano davanti. Aveva giurato a se stessa di proteggere la 'O Malley, la maga che si era fidata di lei, una perfetta sconosciuta, seppur auror, e della sua personale ricerca.

    Si era pentita di averla coinvolta? Forse nel vedere la bestia attaccare la collega, la Blake tentennò per qualche istante nella sua determinazione. Un conto era combattere a fianco di altri auror, un conto era coinvolgere una ministeriale, anche se capace.

    La bacchetta si levò automaticamente, vista la sua abitualità con i duelli, una reattività diventata quasi innata con la pratica decennale che aveva, ma quel lieve fastidio nel non sentire il suo catalizzatore magico completamente suo, come era la sua precedente bacchetta, le fugò ogni dubbio dalla mente.

    Vermillious!

    L'attacco che partì le uscì quasi naturale. Quelle bestie apparentemente così aggressive, erano sensibili alla luce come ogni altro animale d’altronde, e un incantesimo così banale poteva rivelarsi comunque utile per distrarle dalle loro prede.
    O almeno così sperava Artemis.
    Tuttavia per non lasciare tempo alle bestie di fare alcunché, avrebbe voluto rincarare la dose. Il compito della spezzaincantesimi era quello di ricercare, il suo quello di combattere e proteggere.
    Artemis, quindi, si frappose tra il branco di creature e la donna, a proteggere le spalle della collega ricurva su una delle tombe che le circondavano.
    L'atmosfera spettrale ben si addiceva a quel luogo e ai gytrash che le stavano attaccando, ma lei era ben decisa a vincere la partita nel cimitero questa volta. Si paró tra Rhiannon e quegli strani cani spettrali, in attesa che l’incantesimo appena scagliato dispiegasse il suo effetto e con un po’ di fortuna, li mettesse in fuga, lontano da loro.
    Sarebbe bastato?
    In ogni caso avrebbe concesso del tempo in più all’altra donna.
    La bacchetta, intanto, rimaneva saldamente impugnata tra le sue mani.
     
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    Rhiannon si era mossa lentamente attraverso il cimitero, l'unico rumore era quello dei passi delle due streghe che si facevano strada tra le lapidi nell'oscurità della notte. E proprio davanti ad una tomba si fermò la Spezzaincantesimi, abbassando di poco la bacchetta per osservare il punto da cui si originava quella particolare magia che stava sentendo da quando aveva messo piede in quel luogo.

    E' questa, disse a bassa voce, in tono quasi reverenziale, rivolgendosi all'Auror al suo fianco. Non la guardò, restò con gli occhi puntati sulla lapide. Rhiannon si inginocchiò per osservarla meglio, facendo vagare rapidamente gli occhi su quella lastra fredda per considerarne la forma, le iscrizioni, i dettagli. Si trattava di un nome comune, con poche indicazioni, nel complesso estremamente anonima e dimenticabile. Un nome tra tanti in quel cimitero. Eppure, continuando a rivolgere la bacchetta verso quella fonte di magia, le sembrò di vedere l'immagine vacillare per un attimo, come se tremolasse davanti ai suoi occhi.

    Ecco, fece in tempo a sussurrare, concentrandosi per rivelare quello che era stato nascosto sotto quell'incantesimo. La scritta sfarfallò, vibrando, e un ululato risuonò nel cimitero. Rhiannon interruppe la tracciatura e alzò la testa di scatto, uscendo da quella specie di trance in cui si trovava, presa dalla sua ricerca. Ma che..? domandò a bassa voce, ritrovandosi a fissare la nebbia che, lenta e inesorabile, si condensava nella forma di un cane pallido e spettrale. Non si era mai trovata davanti ad una creatura simile, ma si trattava senza dubbio di un Gytrash. Non erano molti i cani fantasma che infestavano boschi e brughiere della Gran Bretagna.

    Cazzo! esclamò Rhiannon, cercando di buttarsi di lato, per terra, nel tentativo di schivare il cane che le stava piombando addosso. Un fascio di luce rossa illuminò il cimitero, partito dalla bacchetta della Blake mentre la donna faceva un passo avanti, frapponendosi tra Rhiannon e la creatura spettrale.
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  9. -Destino-
         
     
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    In missioni del genere ogni goccia d'energia era utile. Gli Incantesimi più banali, di conseguenza, se evocati nella giusta situazione, potevano rivelarsi la carta vincente per portare a casa la missione e Artemis Blake sembrava essere stata capace di prendere una magia di segnalazione e di farne una spada per fronteggiare i Gytrash!

    Colpito dalle scintille scarlatte, il cane spettrale, che aveva tentato di assalire in vano Rhiannon O'Malley, mugolò di dolore e arretrò. Quella luce per i Gytrash era paragonabile all'effetto che su un umano avrebbe avuto dell'acido: li bruciava; sull'eterea coscia argentea della bestia fantasma erano apparsi dei vuoti dai contorni incandescenti.
    La Spezzaincantesimi, che si era prontamente buttata di lato, per il momento era incolume. Eccetto per le vesti, che si erano sporcate d'argilla, non aveva da che lamentarsi.
    I Gytrash per altro non sembravano più degnarla d'alcuna attenzione.

    La nuova preda del branco spettrale era Artemis, che aveva ferito uno dei loro; l'Auror era circondata da quegli Spiriti ostili. Le ringhiavano contro, snudando le bianche ed eteree zanne.

    Rhiannon avrebbe dovuto correre in suo soccorso o, fidandosi ciecamente delle abilità di Blake, avrebbe dovuto pensare a rivelare la natura della lapide poc'anzi esaminata?

    Chi era più coraggioso?
    Chi non permetteva agli altri di salvarsi da soli o chi, conscio del proprio dovere, sapeva ignorarli?

     
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    Rhiannon sapeva di non essere brava nel prendere decisioni. Ciò non voleva dire che scegliesse sempre l'opzione sbagliata, ma che spesso le serviva del tempo per pensare prima di arrivare con certezza ad una conclusione. Doveva pensare ai pro e ai contro, a ciò che era giusto o sbagliato, alle ripercussioni, ai "forse" e le possibili conseguenze. Era anche per quello che ci metteva molto a fare la spesa nei supermercati babbani, a volte. Si perdeva nella sua testa, pensando.
    Negli ultimi anni Rhiannon si era ritrovata a dover fare i conti con sè stessa e imparare a prendere decisioni sul momento, rapidamente. Jack Faccia-di-Zucca o il licantropo di turno non potevano aspettare che una strega passasse in rassegna tutta la sua conoscenza in fatto di incantesimi prima di fare la sua mossa. Bisognava agire con determinazione, prontezza, senza dubitare delle proprie scelte. Un po' come un Auror, in fin dei conti.

    Eppure, rialzandosi da terra e appoggiando un ginocchio nel fango del cimitero, Rhiannon tentennò per un istante. Le scintille rosse usate dalla Blake avevano scacciato il Gytrash, ma l'animale non era solo: come veniva insegnato agli studenti di Hogwarts durante Difesa contro le Arti Oscure, i Gytrash cacciano in branco per sopraffare la preda.
    Rhiannon pensò subito di intervenire, difendendo sè stessa e l'altra strega: bastava alzare il braccio destro ed evocare una forte luce, nulla di troppo complicato. Oppure doveva lasciar fare il suo lavoro alla Blake, affidandole anche la sua incolumità?
    Rhiannon aveva davanti due possibilità, e la sua decisione poteva essere riassunta in una sola, importante, domanda: quanto si fidava di Artemis Blake?
    Se si fosse trovata nella stessa situazione con un Auror che conosceva meglio - come Eleonor, forse anche Crane - non avrebbe esitato nel lasciar loro campo libero, abbassando la testa e terminando il suo lavoro. La Spezzaincantesimi, però, non conosceva davvero Artemis Blake, la donna che le aveva chiesto aiuto per proseguire quella strana indagine. La donna che pochi istanti prima si era fatta avanti per proteggerla, senza indugio, e che Aiden Crane aveva descritto la sera prima come forte, capace, in grado di prendere decisioni difficili e pericolose.

    Rhiannon ripose la sua fiducia in Aiden e, quindi, in Artemis Blake.

    Ci vuole una luce più forte! esclamò la strega in direzione dell'Auror, appoggiando una mano sulla tomba che aveva attirato la sua attenzione. Si spostò, tornando a inginocchiarsi davanti ad essa mentre i Gytrash ringhiavano di sottofondo, e puntò nuovamente la bacchetta verso la superficie della lapide e le sue incisioni.

    Finite, mormorò la strega. Aveva seguito una pista, fino ad arrivare a quel punto, non restava che rivelare la natura di quella tomba.

    ► Intelligenza: 19
    ► Spirito: 11
    ► Costituzione: 13
    ► Destrezza: 12

    ► Punti Salute: 33
    ► Punti Incantesimo: 36 - 1 (Finite) = 35

    ► Conoscenza Arcana II: Il personaggio è uno Spezzaincantesimi, un profondo conoscitore delle rune (che è in grado di leggere senza ausilio di dizionari) dell'Aritmanzia e della teoria della magia. Oltre a possedere conoscenza teorica di queste branche della magia, è in grado di trovare il controincantesimo adatto per la maggior parte degli incantesimi generici dagli effetti che perdurano nel tempo e delle maledizioni in corso su un soggetto. Questa capacità non si estende alle trasfigurazioni Questa capacità equivale all'utilizzo di un incantesimo di livello "Minore" e abbassa il livello di potere dell'incantesimo "Finite Incantatem" a "Minore".
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    Mi hai letto nel pensiero, Rhiannon...

    La voce pacata e roca della Blake rispose al suggerimento della collega con un sussurro venato di malizia. Se qualcuno l’avesse guardata negli occhi, vi avrebbe letto una fiera determinazione ed una gelida calma.
    Ogni movenza della donna assumeva una sfumatura elegante, anche quando era impegnata in uno scontro. Quel frangente, nonostante la pericolosità delle condizioni, e degli strani avversari che si erano trovare a fronteggiare, non faceva eccezione. Artemis mosse la bacchetta, provando sempre quello strano fastidio che ormai sapeva non sarebbe mai passato, e scaglió il successivo attacco.
    Quelle bestie immonde attaccavo sempre in branco e ciò che le aveva indotte a fare, era accaduto. Il bersaglio non era più Rhiannon, ma lei. Era ciò che voleva...
    Era importante che la Spezzaincantesimi continuasse il suo “lavoro”, lei invece si era assunta il ruolo più consono alle sue capacità, ossia di difenderle. In fondo non era questo che la gente pensava di loro, degli auror? Com’è che li chiamavano sulla Gazzetta? I “cani” del Ministero? Beh! Per la prima volta allora sarebbe stato uno scontro alla pari! Sorrise in modo ironico al pensiero. Ma fu solo un attimo...
    Poi tutta la sua concentrazione fu per i suoi avversari. Mai fare l’errore di sottovalutare un nemico! In fondo erano pur sempre delle bestie, anche se oscure, ed avevano un punto debole conosciuto e che già era risultato vincente con il primo attacco. Il fatto che entrambe più avessero pensato alla stessa soluzione, non aveva fatto altro che confermare il suo primo istinto.

    Lumos Solem!

    La forza della Luce avrebbe sconfitto le Tenebre? Artemis Blake era certa della risposta ed il guizzo che le passó nelle iridi color del mare non lascava adito a dubbi.
    Precisa, elegante, diretta, levó la bacchetta verso l’alto pensando al sole più forte che illuminava le giornate di agosto e sperando di sentire guaire quei cani!
     
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  12. -Destino-
         
     
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    L'Incantesimo Abbagliante evocato da Artemis Blake scatenò il panico nel branco di Gytrash; i cani spettrali erano stati feriti da quella luce intensa: alcuni erano stati privati del loro muso minaccioso, ad altri, invece, erano stati portati via gli arti e al posto delle parti mozzate c'era nebbia incandescente, che continuava a rarefarsi.
    Mugolavano rabbiosi per il dolore che gli veniva inferto... una pena infinita la loro, poiché neppure se gli fosse stato bruciato metà del corpo essi non sarebbero passati a miglior vita; erano spiriti, non vivevano e di conseguenza non morivano.
    Impauriti, cominciarono ad allontanarsi dall'Auror. Anche la nebbia intorno alle due streghe cominciò a sparire.
    Sarebbero passati molti giorni prima che quei Gytrash si fossero ripresi abbastanza da attaccare qualcuno di nuovo.

    Al contempo grazie a Rhiannon O'Malley la vera natura della lapide emerse: le parole insignificanti scomparvero e al loro posto, incisa su pietra, una scrittura in runico antico venne rivelata:

    ᛁᛚ ᛋᚨᚾᚷᚢᛖ ᛞᛖᛚ ᚷᛟᛚᛖᛗ

    La Spezzaincantesimi avrebbe potuto tradurla all'istante. Quella frase era una semplice richiesta che loro avrebbero dovuto adempiere per proseguire, non dissimile da quello che sarebbe stato recitare la giusta parola d'ordine al ritratto della Signora Grassa o risolvere l'indovinello del batacchio di bronzo a forma d'aquila.

    Con la scomparsa di quella minaccia nebbiosa potevano collaborare per giungere assieme a una soluzione.
     
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    Le incisioni vacillarono sotto l'effetto dell'incantesimo di Rhiannon, ma la forte luce evocata da Artemis Blake le fece chiudere gli occhi in modo istintivo. La strega sentì gemiti di dolore, guaiti, versi rabbiosi: i Gytrash si stavano ritirando, feriti gravemente dall'Auror.
    Rhiannon sbattè rapidamente le palpebre, cercando di abituarsi di nuovo all'oscurità dopo quello sprazzo improvviso di luce, e finalmente poté leggere quello che era davvero stato scritto sulla lapide. Era una breve incisione in un alfabeto runico che ben conosceva, la traduzione fu immediata ma la strega non disse nulla. Restò chinata con un ginocchio appoggiato per terra, aggrottando la fronte e continuando a fissare le scritte.

    Ma un golem non sanguina, contestò a bassa voce Rhiannon. Parlava come se si stesse rivolgendo direttamente all autore della scritta, usando lo stesso tono con cui si era rivolta, per anni, all'aquila che custodiva l'ingresso della sala comune di Corvonero. Dopo qualche anno Rhiannon aveva del tutto rinunciato a rispondere con serietà agli indovinelli e alle domande filosofiche che le venivano poste, mettendosi a ribattere con le affermazioni più disparate e improbabili per riuscire a raggiungere il proprio letto senza perdere ore davanti ad una stupida porta. Era diventato quasi un riflesso quello di rispondere in maniera polemica ad indovinelli di quel genere.

    Il rumore dei passi della Blake le fece alzare lo sguardo, distogliendolo dalle rune che stava fissando con sospetto da ormai svariati secondi. Ottimo lavoro, le disse facendo un cenno col capo alla direzione in cui si erano dileguati i Gytrash. Comunque c'è scritto "Il sangue del golem", proseguì scandendo lentamente le parole e riferendo il messaggio anche all'Auror. Appoggiò nuovamente la mano sulla lapide e si alzò. Con la mano sinistra cercò di togliere un po' del fango che le era finito sul cappotto, strofinandolo con scarsissimi risultati.

    Non mi dice niente di particolare. Dobbiamo fare qualcosa, secondo te? domandò alla Blake, facendo un cenno secco in direzione della lapide e di quell'istruzione. Poteva trattarsi di un semplice indovinello a cui rispondere verbalmente, oppure poteva essere un'istruzione da eseguire. Tipo animare un golem o una cosa del genere? proseguì, riflettendo ad alta voce mentre faceva un paio di passi avanti e indietro, restando in prossimità della tomba. Non c'è esattamente del "sangue di golem" che possiamo offrire in tributo, insomma, considerò, allargando le braccia.
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    ...sangue di golem...

    Bisbigliò tra sè ciò che la O'Malley le aveva appena tradotto, rigirandosi tra le dita la runa che portava in tasca. La fronte della donna era rimasta aggrottata da allora, mentre la Blake rimuginava dentro la sua testa. Ascoltò attentamente le parole di Rhiannon, fissandola con i suoi occhi chiari come il mare. Nonostante l'acume di entrambe, quella strana indicazione le suonava sinistra. La giovane spezzaincantesimi non aveva torto. Un golem - solitamente di pietra - non era una creatura che potesse... sanguinare!
    Inoltre, là intorno, non le pareva che ce ne fossero a "portata di mano"! Fosse stata con Aiden probabilmente avrebbe riso di quella bizzarra richiesta, ma considerato il luogo dove si trovavano e cosa era accaduto solo qualche tempo prima, la cosa le faceva tenere una soglia di allerta piuttosto alta. Lo strano attacco dei gytrash aveva decisamente ridestato il suo spirito da auror e la ricerca della sua bacchetta sapeva bene che avrebbe potuto condurre a qualcosa di pericoloso.
    Che il nuovo indizio fosse poi scritto in runico, non le era piaciuto affatto, anche se non avrebbe dovuto sorprendersi, vista la pietra che le Megere le avevano lasciato in cambio di ciò che le avevano sottratto. Si ricordava bene l'effetto che aveva avuto su Spicer e sullo stesso Crane. Solo lei sembrava esserne immune.

    Ed ora questa strana richiesta: il sangue di golem...

    Come Rhiannon, brancolava nel buio, ma annuì alla fine delle considerazioni della donna.

    Ancora una volta concordo con te.

    La Blake era di poche parole quando si trovava a lavorare con qualcuno, a volte poteva anche apparire scostante, ma la freddezza era dovuta unicamente alla serietà con cui solitamente affrontava il suo ruolo di auror. Quindi le uscì automaticamente il suo solito tono distaccato, che era solita usare in missione.

    Ma prima di dare vita a qualcosa di così pericoloso, preferirei adottare una soluzione più... creativa.

    Un guizzo furbo le passò nelle iridi chiare, mentre fissava la compagna di avventura. Il cimitero di Godric's Hollow era un posto già di suo abbastanza spettrale, senza dovervi aggiungere creature temibili come un golem.

    Solitamente i golem sono fatti di pietra, quindi, a rigor di logica, il loro sangue potrebbe essere costituito di un materiale simile, ma più fine.

    Si abbassò in terra, piegando con movenze eleganti le ginocchia e raccolse una manciata di terra, cercando di sbriciolare quanto più possibile ciò che aveva tra le mani.

    Quindi, qualcosa di molto simile a questo... aprì il palmo della mano dopo essersi tirata su e mostrando alla donna quanto aveva raccolto Polvere...ironico, vero?

    Un mezzo sorriso le increspò le labbra.

    In fondo non è quello che si diventa in un posto del genere? Polvere?

    E con un gesto secco e deciso lanciò la manciata di polvere contro la tomba su cui Rhiannon aveva scorto l'iscrizione in runico.
    Era veramente quello il modo in cui avrebbero sciolto l'enigma? Oppure avrebbero veramente dovuto evocare un golem?
    In cuor suo Artemis concordava con il ragionamento della O'Malley, ma avrebbero avuto ragione?
     
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  15. -Destino-
         
     
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    Judah Loew, secondo la leggenda, era un rabbino che aveva plasmato grazie alle sue conoscenze arcane dei Golem partendo dall'argilla chiara del fiume Moldava. Egli aveva animato queste creature, scrivendo sulla loro fronte la parola "verità" per difendere il ghetto dagli attacchi antisemiti. C'era però un inconveniente: i Golem crescevano e diventavano sempre più ingestibili. Il mago decise di tanto in tanto di disfarsi dei golem più grandi, trasformando la parola sulla loro fronte in "morto"... ma a cosa sarebbero servite queste storielle babbane a due streghe del Ministero? Be' a quanto pareva l'Auror aveva imparato a far tesoro di certi racconti.

    Privata da Rhiannon della magia che la mistificava, la lapide reagì al contatto con la terra del cimitero. La tomba di pietra cominciò a muoversi, rivelando alle due delle scale che conducevano a un sotterraneo, illuminato da torce.

    La magia che nello scendere quelle scale irregolari avrebbero percepito era piuttosto recente e completamente dissimile da quella dei maghi; essa era più selvaggia e indisciplinata: il luogo che era stato creato da essa era infatti più simile a una gigantesca tana di coniglio che alle Segrete del Castello di Hogwarts... privo di pietra, attraversato da radici, tutto dava l'impressione di essere cedevole.
    Dopo qualche minuto di discesa, entrambe avrebbero potuto apprezzare sulle proprie teste fra i propri capelli la presenza di granelli di terreno, che si erano sgretolato su di loro.

    Quando le scale ebbero fine, le due streghe si sarebbero trovate dinanzi a un'architrave composta da tre megaliti. Esse le avrebbero condotte a una sala più grande ed ampia dello stretto tunnel che fin'ora avevano percorso.
    Dalla parte opposta rispetto alla loro, Blake e O'Malley avrebbero potuto osservare due figure incappucciate che davano loro le spalle. Rispetto all'ingresso distavano una decina di metri e vicino a quei due Esseri ignoti c'erano altre due aperture (una conduceva verso destra e una verso sinistra).
    Sebbene avesse un perimetro irregolare, la stanza in cui stavano per addentrarvisi era grossomodo quadrata. Il pavimento era composto da mattonelle: metà erano chiare, metà erano scure.
    neppure se si fossero sforzate, Rhiannon e Artemis avrebbero capito dove poggiavano i piedi chi ancora non si era accorto della loro presenza; i mantelli che indossavano coprivano completamente le mattonelle che le sostenevano.
     
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15 replies since 29/5/2018, 16:32   399 views
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