Lezione di Pozioni

Doxycida

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    Arcimago

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    Lezione di Pozioni

    Dal soffitto di quel Sotterraneo pendevano piatti di vecchie bilance in ottone, sopra i quali erano poste delle candele per illuminare quell'ambiente privo di finestre. Mensole e scaffali, disposti per le pareti della classe, ospitavano i più strani e disparati ingredienti, come occhi di tritone, milze di pipistrello o cervello di bradipo. C'era un armadio delle scorte che poteva essere usato dagli studenti durante le lezioni se al loro kit mancava qualche ingrediente, e un Gargoyle, che erogava acqua per la preparazione di pozioni.
    Sulla sinistra di quel sotterraneo c'era la piccola scrivania in legno della professoressa Nott e accanto a essa era posto un calderone più grande rispetto a quello degli studenti.
    Non c'erano sedie, d'altronde le pozioni si preparavano in piedi. Venivano evocate dall'Insegnante solo se necessario. Non c'erano banchi, bensì grandi tavoli rettangolari che potevano ospitare quattro alunni ciascuno. Disposti vicino agli angoli di ogni tavolo c'erano dei treppiedi in ferro battuto, che sorreggevano i calderoni misura standard due in peltro degli studenti. Sopra a quei tavoli da lavoro gli alunni solitamente disponevano le loro bilance in ottone, i loro mortai e altri utensili utili per la lavorazione degli ingredienti.
    La lavagna era stata rimossa; la docente, se faceva studiare pozioni che non erano presenti nel libro di testo, preferiva dar loro delle pergamene con scritte le istruzioni per la loro preparazione.


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    In quei primi quattro mesi d'insegnamento, la professoressa Nott si era fatta conoscere dai suoi alunni. Lei era una docente severa, non amava perdersi in convenevoli e, al contrario di Horace Lumacorno, i compiti assegnati agli studenti erano ben più variegati del far svolgere un tema sulle proprietà della Pietra di Luna; l'ingrediente e la sua ricerca per lei erano fondamentali. Secondo lei, se desideravano diventare dei veri Pozionisti, non potevano far sempre affidamento sulle scorte della sua Segreta o sugli ingredienti venduti dal Misurino, dovevano imparare a essere autosufficienti.

    La lezione di quel giorno stava quasi per concludersi. Avevano studiato il Distillato di Confusione, che, al contrario di quanto qualcuno fra loro si ostinasse ancora a pensare, non era l'equivalente liquido di un Incantesimo Confundus: esso, infatti, rendeva chi lo beveva bellicoso e avventato.

    « Durante la prossima lezione, imparerete a distillare la pozione Doxicida, un corposo veleno dal potere prodigioso: esso è capace di paralizzare e di far svenire i Doxy. » Annunciò loro, mentre passeggiava fra i banchi con le mani incrociate dietro la schiena.
    « Secreto di Bundimun, conchiglia di Streeler e... - Guardò tutti i suoi alunni - fegato di Drago sono i tre ingredienti principali della pozione Doxicida. » Catherine Nott stava per chiedere loro di affrontare una nota Creatura ammazzamaghi, di ucciderla e di squartarne il ventre per procurarsi il suo fegato?

    « C'è abbastanza fegato di Drago per tutti. Altrettanto non può dirsi per le prime due sostanze magiche che ho elencato. » Dunque non avrebbero studiato quella pozione? La risposta a questa domanda, ovviamente, era fin troppo scontata.
    « Nei pressi della foresta, sotto le cataste di legna marce, sono sicura che potreste trovare un Bundimun per la prossima esercitazione. »
    « Sempre nei giardini, soprattutto se è da poco piovuto, qualche Streeler potrebbe farsi vedere. Colpire con uno Schiantesimo la conchiglia, quando essa si farà blu, è il modo più semplice per recuperarla senza uccidere la Creatura. Ne servono almeno tre per preparare una Doxicida. » Almeno non si poteva dire di quell'insegnante che non elargisse consigli su come svolgere al meglio i compiti che assegnava.

    « Mi raccomando: fate buon uso dei vostri guanti in pelle di Drago; l'ultima cosa che mi auguro è dover giustificare le vostre azioni all'Infermiera. » Con quella frase si congedò ai suoi studenti.

    Non avendo dato alcuna indicazione particolare, gli alunni avrebbero potuto organizzarsi come meglio credevano per svolgere quei compiti: finite le lezioni, potevano far squadra e raccogliere gli ingredienti assieme, oppure potevano dividersi i compiti e (ad esempio) uno poteva occuparsi di cercare i Bundimun e l'altro i gusci della gigante lumaca magica.

    Avete tempo per rispondere fino al 26 Gennaio 2019 (compreso).
    Non è un turno di lezione vero e proprio e per questo avete l'autoconclusiva su tutto. Ambientate quindi i vostri post nei giardini del castello e divertitevi ad accordarvi e a interagire con i vostri compagni (ho voluto farvi fare qualcosa di diverso rispetto alla solita introduzione in aula).
    Non tenete conto dei pt. Incantesimo (Stupeficium vi prosciuga fin troppo velocemente).
     
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    Serpeverde
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    La lezione di pozioni era quasi terminata e Jane già stava pensando a cosa avrebbe fatto dopo. La professoressa Nott le metteva ansia, non sapeva se per il fatto che fosse la zia di Elijah o per il suo atteggiamento, ma la Watson sembrava sempre sul punto di scattare sull’attenti quando era in sua presenza.
    La Serpeverde già guardava l’amico Kumar da lontano, pensando di chiedergli di studiare insieme, oppure andare a chiacchierare facendo un giro. Dopo il Ballo aveva cominciato a marcarlo più stretto che mai, perché aveva il terrore che la Bell prendesse il suo posto. Era una paura stupida ed irrazionale, ma non poteva fare a meno di pensare che forse quello stupido lento fosse bastato a Nadeen per farsi un’idea diversa della compagna Serpeverde.
    Insomma, in poche parole non vedeva l’ora di andarsene, ma purtroppo la Nott aveva altri piani per i suoi studenti.
    Le istruzioni erano chiare: dovevano andare nei giardini, con quel freddo, e mettersi a cercare gli ingredienti. Per di più aveva appena piovuto, anzi, pioveva ancora un po’ e Jane non aveva nessuna intenzione di bagnarsi e infreddolirsi. I suoi occhi si infilzarono come spilli sulla figura slanciata dell’insegnate mentre spiegava loro cosa fare.

    Maledizione... pensò Non ci credo... ci manda in giardino. Con questo freddo. Questa é pazza... continuò guardandola mentre la disperazione e la rassegnazione crescevano in lei.

    [Giardini]


    Con enorme sacrificio e riluttanza, Jane si ritrovò in marcia verso i giardini. La pioggerellina prese a infilarsi sotto al mantello mentre la Serpeverde si infilava i guanti di Drago.

    La sicurezza prima di tutto gnegnegne... mugugnò avvicinandosi ad un cumulo di legna marcia.

    Trovava assurdo che una scolaresca dovesse mettersi a cercare ingredienti nella pioggia solo per soddisfare quella strana voglia della professoressa di farli stare nel fango. Poi in generale Jane non era una ragazza a cui faceva schifo qualcosa, cioè spesso durate gli allenamenti di Quidditch si era ritrovata ricoperta di fango fino alla punta dei capelli, o zuppa di pioggia fino alle ossa, ma non si era lamentata nemmeno una volta, perché era divertente giocare, quelli erano solo effetti collaterali. In quel caso però doveva farlo come compito e il fatto che l’insegnante richiedente fosse la zia della sua ormai ex-cotta, la faceva infuriare, si sentiva umiliata.
    Con le sopracciglia unite in un’espressione di pura rabbia prese a rompere la catasta di legna con dei grandi calci, portando allo scoperto il Bundimun, poi, con una fialetta appositamente presa in aula, ne prelevò un po’. Tappò l’imboccatura con del sughero e osservò quella specie di strano ibrido tra un fungo e un insetto che la guardava. Non sapeva nemmeno se dispiacersi per quella creatura, ma voleva togliersi il pensiero di quel compito il primo possibile, quindi proseguì con la ricerca. Cosa le mancava? Ben tre gusci di Streeler.
    Chiunque intorno a lei poteva leggerle in volto che non era contenta di andare a cercare quelle lumache troppo cresciute in giro per gli anfratti del giardino, sotto le piante cariche di acqua che le sgocciolavano addosso.
    Finalmente ne trovò una, così si sistemò bene sui piedi, prese la bacchetta dalla tasca interna del mantello e attese il momento propizio.

    Stupeficium enunciò appena vide il guscio della bestiolina cominciare a colorarsi di blu.

    Le sue abilità di battitrice cominciavano ad affinarsi, la mira era stata perfetta: il guscio saltò via come s lo avesse colpito con un proiettile di gomma e atterrò a qualche metro di distanza. Ne mancavano altri due.
     
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  3. zachariah
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    vajINXp
    Sembrava impossibile che qualcosa potesse cambiare in quel tugurio che era l’Aula di Pozioni.
    A detta di Zach, che quel luogo fosse evidentemente prossimo alle fondamenta del Castello lo si evinceva dal fatto che sembrava che nessuno avesse mai avuto l’ardire di rinnovare un po’ l’aspetto decrepito e stantio del sotterraneo come per timore che altrimenti le mura sarebbero collassate su loro stesse. Striature opache di ottone arrugginito ed etichette contenenti caratteri sbiaditi erano solo alcuni dei simboli dell’immutabilità che in quel luogo risuonava pomposa ed evidente, quasi a voler ricordare a tutti gli studenti il loro essere dei semplici viaggiatori di passaggio su quell’argine da sempre colmo di storia. A Zach non piaceva quell’opprimente oscurità arricchita da aria umida che sembrava affievolire persino le fiamme dei lumi necessari perché dei calderoni si potessero quantomeno intuire le forme; e proprio per questo, se glielo avessero chiesto, lui sarebbe partito da lì a cambiare le cose. Immaginate perciò la sorpresa che lo aveva colto quando il cambiamento promesso dagli studenti che la notizia invece l’avevano già filtrata era risultato nella sostituzione della figura di Horace Lumacorno con la Professoressa Catherine Nott, una donna. Un qualcosa di non preventivato per lui come per altri, ma assolutamente non da disprezzare alla fine.

    Tanto per cominciare con quel cambiamento la McGranitt si era assicurata di dare almeno cinque minuti in più di attenzione alla lezione di Pozioni da parte di tutti gli studenti amatori del gentil sesso, dal momento che, senza voler offendere il Professor Lumacorno, la Nott risultava per forza di cose più attraente ad un pubblico di adolescenti maschi. Certo, era pur sempre la zia di Elijah e andava vista come tale, ma possedeva inequivocabilmente quelle caratteristiche di freddezza e letalità che la rendevano un bersaglio ideale per le fantasie di un giovane studente. E poi c’era tutta la sua filosofia di insegnamento, caratterizzata da una concezione progressista che a Zach piaceva molto, perché esulava dai libri e dall’apprendimento statico dato che richiedeva allo studente di vivere nella pratica tutta la parte di sintesi della pozione a partire dalla ricerca degli ingredienti, cosa che di norma presupponeva che i ragazzi andassero a prendersi una boccata d’aria concedendosi una scampagnata all’aperto.

    Quell’interessantissima lezione sul Distillato di Confusione stava giungendo al termine e gli appunti di Zach erano, tanto per cambiare, all’altezza dell’argomento principale per la loro inconcludenza. Parole veloci, simili ad imbizzarrite creste d'inchiostro, s’inerpicavano selvagge lungo i fogli di pergamena, riassumendo concetti frammentari da cui difficilmente qualcuno avrebbe potuto ricostruire un discorso fatto di più di quattro parole. I suoi occhi rimbalzavano dalla punta della penna al volto della Professoressa con un fare inconsapevole e cadenzato. Sentiva e riassumeva, senza pensare, quando d’un tratto sul suo viso sorse un sorriso abbozzato di compiacimento, seguito dalla trascrizione del nome dei tre ingredienti richiesti per il veleno Doxicida proprio al centro del foglio. Un’altra cosa che amava di quella donna era proprio quella: la capacità di dire l’essenziale, così che anche un lavativo come lui potesse col minimo sforzo appuntarsi quantomeno il necessario sulle formulazioni. Ed ancora inaspettatamente, proprio mentre scriveva, avvertì come un crescendo di tensione attorno a lui. Era una sorta di mormorio sommesso, a voler azzardare lamentoso per quanto osava esserlo: rizzata la testa e protese le orecchie, capì che quell’agitazione era dovuta alla commissione, da parte della Professoressa, di una ricerca sul campo che molti a differenza sua sembravano aver rigettato. Sibilare uno sshh gli venne naturale, talmente spontaneo che manco se ne rese conto. Con lo sguardo nuovamente chino sul foglio, la mano appuntò tutto ciò che la Professoressa consigliava, impaziente di vedere i dintorni del Castello.


    «Allora, secondo tua zia il Bundinun potrebbe trovarsi dalle parti della foresta» disse riportando svogliatamente ciò che aveva scritto sugli appunti al Grifondoro con cui si era accordato per completare quella ricerca richiesta per la prossima lezione. Alzò lo sguardo dalle parole ormai asciutte ed allontanando una mano dalla sommità del foglio, la pergamena si riarrotolò su sé stessa. Come forse avrebbe dovuto fare prima di aprir bocca la sua lingua sul punto di pronunciare le parole tua zia.

    Zach portò la mano con il rotolo il pugno vicino al fianco e alla borsa che aveva con sé e dopo aver lanciato una rapida occhiata ad Elijah, sospirò profondamente per poi grattarsi la nuca con le dita dell’altra. Poteva forse aspettarsi una reazione? D’altronde, i due non avevano mai parlato prima d’ora di come il Prefetto dei Grifondoro si sentisse a riguardo, né aveva mai chiesto a lui o ad altri di chiamarla in un modo piuttosto che in un altro quindi non era scontato che si infastidisse a sentirla apostrofata a quel modo, anche se alla fine la verità era quella. «Che facciamo, andiamo prima lì?»

    Edited by zachariah - 27/1/2019, 00:31
     
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  4. emma;
         
     
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    CITAZIONE
    Lezione di Pozioni.
    Found you when your heart was broke, I filled your cup until it overflowed. Took it so far to keep you close, I was afraid to leave you on your own. I said I'd catch you if you fall and if they laugh, then fuck 'em all and then I got you off your knees, put you right back on your feet just so you can take advantage of me. Tell me how's it feel sittin' up there, feeling so high but too far away to hold me. You know I'm the one who put you up there, name in the sky, does it ever get lonely?
    Thinking you could live without me.

    La lezione di Pozioni della Professoressa Nott aveva particolarmente colpito l’attenzione di Emma Bell quell giorno. Il Distillato di Confusione aveva delle caratteristiche, nonché degli effetti, singolari. Chi avesse vissuto o avuto notizie circa il quarto anno di quella classe, avrebbe potuto osare insinuare che i pasti dei giovani maghi e streghe tra quei banchi fossero stati corretti con la suddetta pozione. Un intruglio in grado di rendere bellicosi ed avventati, aveva sottolineato la professoressa. Non si stava riferendo all’adolescenza, né al loro quarto anno ad Hogwarts in cui Emma aveva perso ogni punto di riferimento ed amicizia, certezza.

    Aveva smesso di guardare Flannagan in attesa che una qualsiasi sinapsi gli suggerisce di agire, di cercare il consenso dal suo prossimo ma soprattutto, aveva perso per sempre la persona su cui aveva scommesso una vita intera, Jane Watson. Ritornati dalle vacanze natalizie e dopo il Ballo del Ceppo, Emma sentiva di dover limitarsi a presentarsi in classe, interagire il meno possibile con il suo prossimo e focalizzarsi su quel che c’era oltre quelle mura. Ben presto avrebbero concluso i loro studi ed era il momento di realizzare la vita da sogno da sempre progettata. Gli anni ad Hogawrts dovevano fungere da fondamenta sulle quali ergere il proprio palazzo. Non poteva permettere alle emozioni, ai bellicosi ed avventati impulsi suoi e di chi aveva attorno, di avere la meglio. Questi erano stati i pensieri che avevano accarezzato la mente di Bell durante tutta la lezione, assieme a una immagine ben chiara della strega che aveva davanti. Era forse vero che durante il ballo aveva ceduto alla corte del professor Crane? Una donna di successo e di una straordinaria bellezza, qualsiasi streghetta in erba l’aveva usata almeno una volta nella vita come un termine di paragone o un’ambizione da raggiungere. Ma davvero la professoressa Nott si era lasciata trasportare così frivolamente dall’affascinante Aiden Crane, rendendosi vulnerabile. Le ammiratrici della docente di Pozioni potevano reagire con invidia o con cieca venerazione. Emma l’aveva già bollata come debole, cedere ai sentimenti ed esserne travolti pensava potesse essere pericoloso e portare ad essere fuori controllo. Un po’ come il Distillato della Confusione, che complicato il mondo degli adulti. E poi, inutile sottolinearlo: era la zia di Nott, la debolezza doveva essere una virtù di famiglia.

    Per tutta la durata della lezione non aveva cercato sguardi, costruendosi una fitta rete di elucubrazioni che potesse filtrare qualsiasi tipo di interazione con chi la circondasse e le rendesse possibile solo concentrarsi su qualcosa soltanto: la preparazione del Distillato.
    Terminate le lezioni, aveva deciso di andare a ricercare l’occorrente seguendo le indicazioni della Nott. La pozione Doxicida richiedeva alcune creature magiche inoffensive e facili da reperire nei pressi di Hogwarts. Voleva avvantaggiarsi per la prossima lezione, sfidando la pioggiarella tetra che avvolgeva il castello quel giorno. Aveva indossato il mantello e tirato su il cappuccio, solo le punte bionde dei capelli venivano sfiorate dalle goccioline della pioggia. Si muoveva elegante, con le mani avvolte dai guanti in Drago e gli stivali per evitare che anche una sola goccia di fango potesse raggiungerla. Impeccabile, con gli occhi azzurri più che mai per via della pioggia, forse più color ghiaccio per via della stagione invernale.
    Aveva deciso di iniziare la sua ricerca nei giardini, quando pensò che fosse meglio recarsi prima alla ricerca dell’unico Bundinum occorrente per la pozione vicino le cataste di legna marcia. C’era un gruppo di Streeler abbastanza visibile ad occhio nudo che stava emigrando, non sarebbe stato difficile prenderne alcuni da quel branco in movimento e non sarebbero andati poi tanto lontano. Per questo, Bell aveva pensato di raggiungere allora il Bundinum, quando un suono sordo la fece esitare. Era proprio dalle cataste che si era levato il fragoroso colpo secco, si fermò e senza lasciarsi governare dalle emozioni, raggiunse subito nella tasca la bacchetta. La impugnò e fece per avanzare, felina e predatrice. Non poteva permettersi di essere colta impreparata ed anche se probabilmente si trattava di un qualche studente, doveva anche capire cosa avesse causato quel colpo secco. La verità la raggiunse poco dopo, quando si ritrovò nuovamente con la bacchetta in pugno e Jane Watson poco distante. Non gliela stava puntando, ma quando se la ritrovò davanti non si accorse che la stringeva ancora. Nonostante avesse abbassato le difese e si fosse sciolta, in un eloquente movimento di spalle dall’alto verso l’alto e sospiro, teneva ancora la bacchetta in mano.

    Sei tu! confessò con l’aria di chi ha superato uno spavento. Pensavo ci fosse qualche creatura da tramortire.
    Era imbarazzante come situazione, loro due nuovamente vicine e con un cielo che piangeva perché ancora una volta non le vedeva serena tra loro. Poteva averla perso, ma non aveva mai smesso di volerle bene, nemmeno quando l’aveva spinta per terra o puntato una bacchetta contro.
    Senti… fu lei a rompere il ghiaccio, con non poca timidezza ma allo stesso tempo senza dar troppo peso al fatto che si odiassero. Se mi aiuti a cercare un Bundinum, possiamo poi andare a cercare gli Streeler insieme. Non poteva far trasparire le sue vere intenzioni: cercare di recuperarla. Ma era palese ed un pessimo tentativo di mascherare il tutto con un reciproco e viscido scambio. Ne ho visto un gruppo brancolare lì vicino. Indicò con la mano che stringeva la bacchetta.
     
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    Nadeen, all'inizio del suo quinto anno ad Hogwarts, era arrivato ad una semplice conclusione: aveva un problema con Pozioni, e non era dovuto agli insegnanti. Anzi, il problema era la sua mancanza di autostima che lo portava ad essere patologicamente insicuro nel seguire le istruzioni dettagliate e precise che erano richieste nella preparazione di infusi, distillati e pozioni di vario genere. La professoressa Nott non era male, e il suo diverso approccio alla materia aveva in qualche modo aiutato Nadeen nel capire cosa stesse facendo durante la lezione. Quelle che si ritrovava a fare non erano più sconosciute serie di istruzioni da seguire, stava iniziando a capire come e perchè certi ingredienti servissero per determinate pozioni e non per altre. C'era anche da dire che lo sguardo della donna lo metteva sempre un po' in soggezione, e non aiutava per niente la sua ansia da Pozioni. Lumacorno era stato un insegnante innocuo e che lo considerava poco a lezione, visto che Nadeen non spiccava di certo per il suo talento, e proprio quel suo vago disinteresse nei suoi confronti aveva fatto sì che il Tassorosso non si sentisse perennemente osservato e sotto lo sguardo critico di un insegnante mentre tentava, e falliva, di preparare una pozione. Almeno in Trasfigurazione, dove raggiungeva risultati appena accettabili, c'era la Walcott che, in un certo senso, cercava di metterlo a suo agio nonostante le sue palesi difficoltà.

    Anche quel giorno Nadeen era riuscito, in un modo o nell'altro, ad arrivare alla fine della lezione senza combinare disastri. Il ragazzo stava iniziando a mettere a posto le sue cose - infilando senza troppi riguardi piume e rotoli di pergamena nella sua borsa - ma la professoressa stava ancora parlando, dando loro dei compiti particolari da fare prima della lezione seguente: procacciarsi gli ingredienti per la pozione Doxicida nei dintorni del castello.

    Così il ragazzo si era ritrovato fuori in giardino, in pieno inverno, a caccia cose da usare a pozioni. Quel giorno piovigginava, c'era freddo, e il suo umore non era dei migliori. Mentre usciva dal castello un gruppetto di ragazze gli era passato accanto, lanciandogli strani sguardi e ridacchiando, prima di correre via nella direzione opposta. Era da poco uscito il numero del giornalino scolastico dedicato al Ballo del Ceppo e Nadeen, che pensava e sperava che il ricordo di quella serata fosse ormai lontano per tutti, si sentiva nuovamente sotto i riflettori come era successo al ritorno dalle vacanze natalizie. Bardato di tutto punto con sciarpa, mantello e cappello del Chelsea, il ragazzo era sfrecciato fuori, oltre le porte del castello e verso la zona vicino alla Foresta dove, forse, avrebbe trovato qualche suo compagno e delle lumache da catturare.

    Stupeficium! intonò una voce familiare, e Nadeen allungò il passo in quella direzione, con la testa infossata tra le spalle per cercare di sfuggire alle folate di vento.

    Bel colpo, Watson, commentò Nadeen mentre raggiungeva l'amica e un'altra persona, quasi completamente avvolta dal mantello per ripararsi dalla pioggia. Le rivolse un cenno del capo e solo in quell'istante si accorse che era Emma Bell. Oh, Emma. Ciao, la salutò, sorpreso, fermandosi sul posto. Non si era aspettato di ritrovare le due ragazze insieme, non in quel momento, con i piedi nel fango e l'acqua che gli stava inzuppando il cappello, alla ricerca di muffa e lumache.

    Nadeen non sapeva mai come comportarsi in presenza di Emma Bell, e il Ballo del Ceppo non aveva fatto altro che renderlo ancora più confuso. Il loro ballo non era stato disastroso, in fin dei conti. Certo, lui era stato teso e rigido come un manico di scopa, ma la ragazza era stata molto carina nei suoi confronti. Nadeen non era una persona che portava rancore e non aveva esattamente capito cosa fosse successo tra lei e Jane, non nel dettaglio, per cui in quelle ultime settimane si era ritrovato a sorriderle e trattarla in modo quasi amichevole. O, almeno, quello era l'intento. Era come se, dopo il loro ballo, Nadeen si fosse reso conto che l'altra non era poi così male - non poteva esserlo, poi, visto che era amica di Luke.

    Il ragazzo era rimasto in silenzio qualche istante, guardando prima Jane, poi Emma, avanti e indietro. Si sentiva decisamente di troppo, in quel momento, ma non poteva di certo fare marcia indietro o inventarsi una scusa per fuggire. E non poteva neanche abbandonare lì Jane - Nadeen ricordava bene come l'amica si fosse paralizzata durante il Ballo del Ceppo, in presenza della compagna di casata.

    Ermh... quindi si trovano davvero qui queste lumache? domandò Nadeen, per spezzare la tensione che forse solo lui sentiva. Si avvicinò alle due, sorpassandole per andare a scrutare quella che l'amica aveva colpito. Il guscio si era separato e la lumaca giaceva sul terreno, stordita dallo schiantesimo. Il ragazzo si girò appena per guardare indietro, verso Jane. Quanti gusci avete- oh, aspetta! esclamò all'improvviso, girandosi completamente e puntando un dito accanto a Jane. Dietro di lei, lungo un tronco, si stava muovendo lentamente uno Streeler. Eccone un altro! annunciò, dimenticando, almeno per il momento, la situazione Emma Bell.
     
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    Serpeverde
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    Un sorriso trionfante e soddisfatto si dipinse sulle labbra rosee della giovane Serpeverde mentre appurava con un certo orgoglio quanto le sue capacità stessero migliorando. L’anno precedente forse le sarebbe servito più di un tentativo per ottenere quel guscio, invece in quel caso era stata davvero brava. Gli allenamenti mirati a cui si stava sottoponendo stavano dando i primi frutti e, per la prima volta quel giorno, tirò un sospiro di sollievo e il suo umore si risollevò.
    La cosa, purtroppo, non sarebbe durata molto, poiché una voce inaspettatamente familiare la fece sussultare: Emma Bell, completamente avvolta nel caldo mantello di lana della divisa, la guardava a qualche metro di distanza, con la bacchetta in mano.
    Un flash saettò davanti agli occhi leggermente sgranati della Watson mentre alcuni ricordi riaffioravano. Uno spiacevole déjà vu la assalì e per un istante Jane esitò, indecisa su cosa dire o fare. La Bell non sembrava minacciosa e in passato aveva dimostrato di non avere remore nel colpirla alle spalle (in senso figurato e non), quindi se fosse stata lì per farle qualche dispetto lo avrebbe già fatto. Qualcosa dentro di Jane scattò, quell’interruttore che durante il Ballo non le aveva permesso di reagire, ma che ora, forse per la luna storta che aveva caratterizzato tutta la giornata, si era attivato.

    Spiacente di deluderti B. Sono solo io. rispose di getto spalancando le braccia, chiamandola con il nome con cui la chiamava quando ancora erano amiche Bell... si corresse subito, ma ormai la gaffe era fatta e l’altra sicuramente l’aveva sentita.

    Chissà come avrebbe reagito la compagna Serpeverde sentendosi chiamare in quel modo. Non c’era stata un’occasione di chiarimento per le due, non che comunque l’avessero cercata. Jane aveva limitato i loro rapporti al massimo, difficilmente rimaneva sola con lei nello stesso ambiente e anche in quel caso cercava una scusa per andarsene. Nonostante tutto quel tempo, la Watson si sentiva ferita e tradita, si incolpava per quasi tutto quello che era accaduto e non sapeva come gestire la situazione. Nell’ultimo anno però era molto cresciuta, le sue sorelle per prime lo avevano notato: era meno scalmanata, più riflessiva, evitava i guai per quanto possibile e cercava di passare inosservata.

    Mentre la sua interlocutrice cercava di parlarle, proponendole di collaborare nella ricerca degli altri gusci, fece la sua comparsa anche Nadeen. Il ragazzo sembrava avere qualcosa che non andava, non era sorridente come al solito e sul suo viso si poteva scorgere che stesse pensando a qualcosa.

    Hey! disse aprendosi in un sorriso felice, ma allo stesso tempo preoccupato.

    L’ultima volta che quei tre si erano trovati in una circostanza simile le cose avevano preso una strana piega, quindi Jane si ritrovò a guardare prima Kumar, poi la Bell, poi di nuovo Kumar. Anche il Tassorosso sembrava essere rimasto sorpreso alla vista della Bell, tanto che non si soffermò più di tanto nello studio della situazione e si lanciò immediatamente alla ricerca degli altri Streeler, come a voler evitare tensioni e concentrare tutta l’attenzione al loro compito.
    Senza riflettere troppo su quelle che erano le sue azioni, Jane estrasse la fialetta contenente il Bundimun dalla tasca interna del mantello, fece qualche passo e si avvicinò alla Bell.

    Tieni. disse secca, a mezza voce, dopo aver raccolto tutto il coraggio che aveva in corpo Ho una fialetta di scorta, questa la puoi tenere. aggiunse e le allungò la boccetta di vetro.

    Non aveva il coraggio di guardarla in faccia, dentro di lei stava come esplodendo una tempesta e avrebbe voluto urlare a squarciagola. Quella giornata era iniziata male e potenzialmente sarebbe potuta finire peggio, ma lo stesso panico che l’aveva bloccata al Ballo la stava costringendo a reagire ora. Nessuno la costringeva a offrire il suo Bundimun alla compagna di studi, non sarebbe stato nemmeno maleducato da parte sua semplicemente indicarle dove poterlo reperire, ma il suo cervello in quelle occasioni andava in corto circuito e non sapeva più cosa fare. Probabilmente l’anno precedente le si sarebbe lanciata addosso per strozzarla, ma si impose maturità.
    Attese che la compagna prendesse dalla sua mano la fiala e tornò alla catasta di legna per prenderne un secondo campione, il tutto senza mai abbassare la guardia o rivolgere lo sguardo alla compagna di Casata.

    Mentre faceva questa operazione si prese un attimo per riflettere.
    Quanto possibilita c’erano che, per pura coincidenza, la Bell e Kumar si fossero incontrati in quel posto?
    Che si fossero dati appuntamento per cercare gli ingredienti insieme?
    Che il processo di sostituzione fosse già iniziato?
    Non ci poteva credere, era davvero bastato uno stupido ballo con una stupida coroncina in testa per cancellare un anno di amicizia tra lei e il Tassorosso? Non poteva, non doveva essere vero.
    Senza far trasparire nessuno di questi pensieri funesti, Jane prese la chiara e razionale decisione che si sarebbe inserita in quel presunto appuntamento, impedendo ai due di rimanere soli anche per un istante. Se non avessero avuto modo di parlare tra loro, non avrebbero potuto trovarsi simpatici, quindi Jane sarebbe rimasta l’unica ragazza a poter parlare con Kumar di fumetti rimpinzandosi di cibo nelle cucine di nascosto.
    La sua paura di rimanere di nuovo sola e perdere il suo amico più caro si stava lentamente impossessando di lei, facendole vedere cose che non esistevano. La parte più strana era che non le passò nemmeno per l’anticamera del cervello che quello potesse essere uno dei piani maligni della Bell. Dopo la rottura con Elijah, Emma aveva lasciato in pace Jane, almeno apparentemente non le si era più avvicinata con intenti bellicosi, quindi non aveva senso riprendere in quel momento.

    Mentre l’amico parlava gli si avvicinò e cominciò a guardarsi intorno.

    Ed eccone un altro qui... disse Avevi ragione Bell... disse ad alta voce, rivolgendosi indirettamente all’altra Serpeverde presente.

    Raccolse in guscio che aveva appena ottenuto lo mise nella tasca interna del mantello insieme con la seconda fialetta di Bundimun, poi si girò verso l’altro Streeler che aveva individuato e puntò la bacchetta.

    Stupeficium disse di nuovo dopo aver atteso che il guscio diventasse blu.

    Come previsto, il guscio saltò con uno schiocco secco e la lumaca si ritrovò senza abitazione.

    Kumar, se vuoi il Bundimun sta lì dietro, in mezzo a quel cumulo di legna... hai una fialetta con te? chiese poi rivolgendo lo sguardo all’amico.
     
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    La ricerca degli ingredienti, probabilmente, era l'unica parte della lezione di Pozioni che non faceva sentire a disagio o inadeguato il Prefetto dei Grifondoro, Elijah Nott. Egli, infatti, non aveva mai brillato nell'Arte del mescere sostanze magiche per creare incantesimi liquidi, ma con sua zia a fare da insegnante tutto si era fatto più difficile: lei riusciva a metterlo in soggezione più di qualsiasi altra persona anche solo guardandolo. Frequentare le Segrete era per lui diventato motivo d'ansia e segretamente sperava che il suo quinto anno avrebbe presto avuto il suo termine: era intenzionato, infatti, ad abbandonare quel corso, conclusi i G.U.F.O.
    "Probabilmente sarò costretto comunque a lasciarlo a causa del Troll che mi rifilerà l'esaminatore." L'impazienza di Elijah mal si sposava con quell'insegnamento. Lui era più il tipo da magia "fumi e botti"; non sapeva cosa farci con un Distillato della Confusione.

    « E Bundimun sia... » Rispose all'amico.
    Qualche giorno prima della lezione sulla Pozione Doxicida si era ritrovato con Flannagan per cercare gli Ingredienti principali che la componevano nei giardini del castello.
    Munito di Guanti in Pelle di Drago, trafficava con le fiale che si era portato dietro per raccogliere l'acido secreto da quella Creatura Magica.
    Quel che avrebbero portato a termine non era il compito più semplice che avevano ricevuto quell'anno, ma Elijah non temeva di fallire: Zachariah era un compagno in gamba e assieme potevano anche riuscire ad accumulare così tanti ingredienti da spartirli anche ai Grifondoro più pigri; non potevano permettersi di arrivare secondi un altro anno alla Coppa delle Case.

    « Lei ha detto che ne avremmo trovato qualche esemplare sotto la legna marcia, giusto? » Gli chiese per sicurezza, mentre passeggiava al suo fianco, avvicinandosi al perimetro della Foresta.
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    Nadeen si ritrovò a sospirare. Dai, lasciamene un paio, si lamentò il ragazzo, con un lieve broncio e le sopracciglia aggrottate. Non ci capita mai di usare incantesimi fuori dalle lezioni, lasciami schiantare qualcosa - anche se si tratta di lumache, disse lui, stringendosi nelle spalle. Fece un paio di passi nella direzione in cui si trovava lo Streeler appena abbattuto da Jane e ne individuò un altro poco distante, che cercava di darsi alla fuga.

    Ottimo, ok, è mio- non provate a rubarmelo, intimò alle due Serpeverdi, iniziando a rovistare nella borsa per cercare la sua bacchetta che, giustamente, era finita sul fondo. Una volta impugnata, Nadeen fece qualche passo in avanti e prese bene la mira, stringendo gli occhi e concentrandosi. Il bersaglio era piccolo e doveva attendere il momento giusto per colpirlo, come aveva detto loro la Nott e come aveva fatto poco prima la sua amica.

    Ok, ok, ok... no, non ancora... Stupeficium! mosse il polso e dalla bacchetta partì un raggio di luce rossa che andò a colpire la lumaca dal guscio blu. Questo si staccò, rimbalzando lontano dalla creatura ora senza casa e protezione. Nadeen si raddrizzò dalla posizione leggermente ricurva in cui si era messo per lanciare l'incantesimo, e si voltò verso Jane con un ampio sorriso. Eh? Eh? Visto che mira? le disse con evidente entusiasmo. Con un paio di ampie falcate andò a recuperare il guscio, infilandolo poi nella tracolla.

    Eh? ...fialetta? ripetè lui, confuso. Perchè dovrei aver bisogno di- aaah. Giusto, fece una pausa, annuendo leggermente. Non ricordava esattamente come fosse fatta l'altra cosa che stavano cercando, e aveva un'idea un po' confusa. Il budìnum. E' una muffa, tipo. No? domandò con un po' di incertezza, facendo gesti vaghi con le mani e sbagliando completamente il nome della creatura.

    Con sguardo pensieroso e concentrato, il ragazzo cacciò nuovamente una mano nella tracolla, cercando di tenere tra le dita la bacchetta e non farla cadere per terra. Dopo aver rovistato per qualche istante lungo un'eternità, il ragazzo tirò fuori una bottiglietta di plastica babbana, mezza accartocciata e rovinata dalla permanenza prolungata nella borsa. Era lì da qualche settimana, Nadeen se l'era portata dietro per il viaggio in treno dopo le vacanze di Natale e la stava riutilizzando quando si ricordava di averla.

    Dici che questa potrebbe andare bene? domandò, agitandola leggermente. Dentro c'era un po' d'acqua, quindi la aprì e svuotò quel residuo per terra. O quella muffa potrebbe sciogliere la plastica?

    Auguri al caro Nadeen, che oggi compie 16 anni <3
     
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    Chiusa in un silenzio inusuale, la Serpeverde osservava l’amico fare.... beh se stesso, ciondolante in giro con quella sua aria sbadata, un po’ comico stretto in quel mantello che non gli stava più (di già) perché nel corso dell’estate era ulteriormente cresciuto e gli rimaneva un po’ corto. Nella mente di Jane intanto si muovevano meccanismi e ingranaggi, nel vano tentativo di capire se tra i due studenti suoi compagni ci fosse un qualcosa di cui lei non era a conoscenza. Si era ben guardata dal chiedere all’amico Tassorosso dei commenti sul Ballo, si sentiva a disagio, ma la situazione le stava facendo venire mille dubbi e, appena se ne sarebbe creata l’occasione, lo avrebbe interrogato a dovere.

    La Watson si riscosse dai propri pensieri vedendo lo schiantesimo dell’amico andare a segno. Quando lui si girò in sua direzione, trionfante, lei gli sorrise e gli alzò un pollice in segno di assenso.

    Con questa mira diventi pericoloso... disse Non hai in programma di entrare nella squadra di Quidditch, vero? chiese poi ghignando Mi dispiacerebbe molto stracciarti alla prossima partita. concluse per poi cominciare a ridacchiare.

    La presenza di Nadeen era per lei terapeutica. Da quando erano amici lei si era molto calmata, forse era lui ad avere quell’effetto su di lei, così tranquillo e pacifico, cercava sempre di calmarla piuttosto che assecondare le sue esplosioni emotive.

    Si dice <i> Bundimun<\i>... fece appena in tempo a dire, ma il nome della muffa le morì in gola vedendo la bottiglietta tutta acciaccata e con ancora dentro un po’ d’acqua che l’amico agitava davanti a sé come a volerne saggiare la resistenza.

    Il sorriso che aveva appena dipinto sul viso si trasformò in una faccia sconsolata. La mano libera dalla bacchetta andò istintivamente alla fronte della Serpeverde, come a volerla sorreggere in questo momento di sconforto.

    Kumar... disse poi a mezza voce Ti giuro che qualche volta sono sicura che se non avessi la testa attaccata al collo, la lasceresti in dormitorio... disse avvicinandosi a dove stava l’amico Io non ho altre fiale. disse facendo uscire dalle labbra sottili uno sbuffo Riempiamo la mia un po’ di più e la usiamo un po’ per uno, ok? propose poi andando con la mano a cercare la fialetta che aveva appena messo via.

    Quante cose ci mancano? gli chiese dopo aver colmato completamente il piccolo contenitore di vetro con quella muffa occhiuta Ti ricordi?
     
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